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La Montagna riconquista l'Italia, 35mila nuovi residenti solo nel 2024

di Redazione
 
La Montagna riconquista l'Italia, 35mila nuovi residenti solo nel 2024

La montagna italiana non è più solo una meta per il turismo o un luogo di esodo, ma un vero e proprio polo di attrazione demografica. I dati presentati a Reggio Emilia dall'economista territoriale Giampiero Lupatelli e da Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem (Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani), hanno rivelato una tendenza in forte e continua crescita: 35.000 persone hanno scelto di "entrare" a vivere nelle aree montane italiane solo nel 2024.

Questo massiccio afflusso si aggiunge alle 100.000 donne e uomini che tra il 2019 e il 2023 avevano già spostato la propria residenza da un comune non montano a uno montano. I numeri del 2024, frutto di una nuova analisi di Lupatelli con CAIRE, non solo confermano, ma amplificano quanto emerso nel Rapporto Montagne Italia 2025 del Progetto Italiae.

Il dato del 2024 è sbalorditivo: il saldo positivo dei movimenti migratori, con quasi 35.000 unità, supera del 40% la media del quinquennio precedente. Questo incremento è trainato in larga misura dalla ripresa dei flussi in ingresso della popolazione straniera, il cui saldo ammonta a circa 22.000 unità, una cifra che triplica il valore medio del quinquennio 2019-2023.

Tuttavia, anche la popolazione di cittadinanza italiana mantiene un contributo solido: il saldo per questa componente si attesta a 12.000 unità, perfettamente in linea con la media del quinquennio precedente.

Inoltre, la forza dell'attrazione montana si manifesta in modo più diffuso: le Comunità Territoriali (aggregazioni di Comuni) con saldo migratorio totale positivo sono ora 285, un aumento significativo rispetto alle 247 del quinquennio precedente.

L'analisi conferma una netta differenza geografica, definita da Lupatelli e Bussone come una "faglia": permane l'antinomia tra l'attrattività delle montagne del Nord e del Centro e il persistente esodo dalle montagne meridionali. Nelle regioni del Sud, solo l'afflusso di popolazione straniera riesce a compensare, in parte, il deflusso.

L'attenzione si è concentrata sulle Comunità Territoriali che esprimono l'attrattività con maggiore intensità, confermando una visione di neo-popolamento guidata dai fattori di attrazione ("pull") dei luoghi di destinazione, piuttosto che da meri fattori di spinta ("push") dalle regioni di origine.

Nel periodo 2019-2023, solo 10 Comunità Territoriali avevano registrato un saldo migratorio per la sola popolazione italiana superiore all'1% annuo (commisurato alla popolazione). Queste erano concentrate tra Emilia Romagna (5), Liguria (2), Piemonte, Lombardia e Trentino Alto Adige (una ciascuna).

Nel solo 2024, questo gruppo di forte attrattività è quasi raddoppiato, arrivando a diciannove Comunità: Emilia Romagna (5), Piemonte (4), Liguria (3), Lombardia (2), Lazio (2), Veneto, Toscana, Umbria (1 ciascuna).



Degno di nota è che solo tre di queste diciannove Comunità facevano parte della "top ten" del quinquennio precedente, a testimonianza di una volatilità del fenomeno che però accompagna una sua evidente estensione quantitativa e territoriale. Il valore medio del saldo migratorio (degli italiani) per ciascuna Comunità territoriale è inoltre balzato da 1.383 persone all'anno nel 2019-2023 a 2.780 nel 2024 (+63,9%).

La montagna italiana sta vivendo un vero e proprio rinascimento demografico, una trasformazione che Uncem e i Sindaci dei Comuni montani continueranno a monitorare, con le prossime tappe di presentazione del Rapporto Montagne Italia previste già per Milano, Prascorsano, Pescasseroli, Prato e Trento.

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