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L’elezione di Trump può favorire le obbligazioni convertibili e l'high yield statunitense?

A cura di Francesco Lomartire, responsabile di SPDR ETF per il Sud Europa
 

La vittoria di Trump è stata finora molto più favorevole per il mercato azionario rispetto a quello obbligazionario. L’attuale livello di propensione al rischio suggerisce di continuare a puntare sulle strategie che potrebbero beneficiare di un soft landing e di una graduale riduzione dei tassi, come le obbligazioni high yield e convertibili.

L'High Yield statunitense continua ad avere performance positive

La vittoria di Donald Trump alle presidenziali degli Stati Uniti si è rivelata molto favorevole per il mercato azionario, in particolare per le esposizioni a piccola e media capitalizzazione.

La vittoria dei repubblicani è decisamente meno positiva per le obbligazioni e la curva dei Treasury ha registrato un irripidimento dopo le elezioni. I rendimenti sono diminuiti, ma i crescenti timori sull’inflazione e sul quanto la Federal Reserve potrà tagliare i tassi hanno rappresentato un ulteriore ostacolo per il posizionamento sulla parte lunga della curva. Al contrario, le strategie obbligazionarie a più alto rischio, come l'high yield, hanno avuto risultati decisamente migliori. L'high yield statunitense potrebbe registrare il 9° trimestre consecutivo di performance positive, se il settore riuscirà a mantenere o consoliderà i rialzi ottenuti durante le elezioni entro la fine dell'anno.

Gli spread creditizi si sono drasticamente ridotti dopo le elezioni, ma questo sembra meno rischioso se considerato il contesto dell’attuale scenario economico e di investimento:

  • L’aumento della propensione al rischio registrato nel periodo post-elettorale è stato alimentato da una maggiore convinzione che la crescita persisterà, grazie ad un’agenda politica considerata più favorevole alle imprese.
  • Gli spread sono si sono ristretti ma i fondamentali per gli emittenti non-investment grade sembrano ancora positivi. Gli utili sono stati solidi, i tassi di default relativamente bassi per questa fase del ciclo economico e le “rising star” hanno superato i “fallen angel”.
  • Il calo dei rendimenti e gli spread contenuti hanno migliorato le condizioni di finanziamento per gli emittenti non-investment grade. Una buona parte del tanto temuto “muro del rifinanziamento del 2025” è stata già rifinanziata con successo. Un'ampia percentuale di obbligazioni con scadenza 2025 e alcune obbligazioni 2026 sono state rifinanziate.
  • I rendimenti rimangono a livelli interessanti, superiori al 7% per l'indice Bloomberg US Corporate High Yield, rispetto a una media decennale del 6,6%. I rendimenti sono un fattore determinante per determinare il ritorno totale ed è opportuno sottolineare che un investitore avrebbe registrato solo una volta nell’ultimo decennio un rendimento negativo su 12 mesi se avesse investito in high yield con un rendimento pari o superiore al 7%.

 

Le obbligazioni convertibili cavalcano l'onda del mercato azionario

Le obbligazioni convertibili rappresentano un'alternativa per gli investitori che sono riluttanti ad avere un’esposizione significativa al credito non-investment grade in una fase così avanzata del ciclo economico. Le obbligazioni convertibili, che hanno registrato una buona performance dall'inizio di novembre, hanno una bassa duration e sono fortemente correlate al mercato azionario delle small cap. Tuttavia, il profilo dei rating è tipicamente crossover, con una esposizione per l'ETF SPDR® Refinitiv Global Convertible Bond UCITS di oltre il 58% in titoli con rating investment grade.

Le obbligazioni convertibili dovrebbero continuare a registrare risultati positivi in uno scenario di soft landing con tassi in graduale diminuzione. L'allentamento della politica monetaria delle banche centrali e la vivacità dei mercati azionari sosterrebbero sia la componente obbligazionaria che quella azionaria dell'asset. Ci sono anche altri vantaggi di diversificazione, in particolare l'indice è esposto al settore tecnologico (circa il 25%), che si è dimostrato un driver di crescita fondamentale per le azioni in generale.  Tuttavia, circa il 58% del fondo è costituito da emittenti a piccola e media capitalizzazione e i nomi presenti nell'indice Refinitiv Qualified Global Convertible non appartengono alle Big Tech, titoli che generalmente sono percepiti come ipercomprati.

Il delta dell'indice - la sua sensibilità al prezzo dell'azione sottostante - è vicino a 46, sostanzialmente in linea con la media di lungo periodo. La storia suggerisce rendimenti medi di circa il 7% nei 12 mesi successivi, utilizzando un delta di 46 come punto di ingresso. Pertanto, ulteriori rialzi del mercato azionario dovrebbero supportare i rendimenti, inoltre c’è anche un'asimmetria nella performance delle obbligazioni convertibili. Queste tendono a catturare in media tra il 45% e il 60% della performance al rialzo dei titoli azionari sottostanti, ma il bond floor comporta una minore partecipazione al ribasso, che in media si attesta tra il 35% e il 50%.
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