Economia

L’economia italiana tiene il passo con una crescita moderata e un’inflazione sotto controllo nel 2025 secondo EY

di Luca Andrea
 
L’economia italiana tiene il passo con una crescita moderata e un’inflazione sotto controllo nel 2025 secondo EY
L’Italia si conferma su un percorso di crescita prudente ma stabile, con un Prodotto Interno Lordo previsto in aumento dello 0,6% nel 2025 e dello 0,8% nel 2026. È quanto emerge dall’ottava edizione dell’EY Italian Macroeconomic Bulletin, che delinea uno scenario macroeconomico improntato alla cautela, ma sostenuto da segnali di resilienza del mercato interno e da un tasso di inflazione contenuto, stimato all’1,7% nel 2025 e in lieve risalita all’1,9% l’anno successivo.

Secondo l’analisi EY, la crescita italiana sarà trainata principalmente dalla domanda interna, in particolare dagli investimenti, che nel primo trimestre dell’anno hanno segnato un incremento dell’1,6%. Più debole, invece, la dinamica dei consumi privati, con un aumento dello 0,2%. Sul fronte del commercio estero, le esportazioni e le importazioni sono cresciute rispettivamente del 2,8% e del 2,6%, contribuendo positivamente, seppur marginalmente, alla crescita del PIL.

Uno degli aspetti più rilevanti messi in luce dal report riguarda la crescente integrazione dell’Italia nelle catene globali del valore (GVC), con la quota di esportazioni coinvolte passata dal 46% del 2010 al 55% nel 2022. Questo fenomeno, che ha generato oltre 210 miliardi di euro di crescita delle esportazioni, ha permesso al sistema produttivo italiano di espandere i propri mercati di riferimento e rafforzare la competitività internazionale.

Tuttavia, questa esposizione ha un rovescio della medaglia: una maggiore vulnerabilità agli shock esterni, in particolare alle politiche protezionistiche. Gli Stati Uniti, secondo partner commerciale dell’Italia dopo la Germania (rispettivamente con 65 e 71 miliardi di euro di export), hanno introdotto misure tariffarie più aggressive verso diverse aree del mondo, compresa l’Unione Europea. EY stima che l’impatto cumulato di queste politiche potrebbe costare all’Eurozona fino a 0,7 punti di PIL nel 2027.

In un contesto globale ancora segnato da forti incertezze geopolitiche, soprattutto in relazione all’andamento dei prezzi delle materie prime, l’Italia riesce a mantenere l’inflazione su livelli moderati. Le stime EY vedono il carovita all’1,7% nel 2025, grazie anche al rallentamento dei costi energetici e alla stabilità della domanda interna. Questa dinamica favorevole si inserisce in uno scenario che vede anche un mercato del lavoro solido, con un tasso di disoccupazione previsto al 6,5% nel 2025 e in lieve aumento al 6,8% nel 2026. Secondo EY, l’occupazione continuerà a rappresentare un pilastro di tenuta dell’economia nazionale.

Mario Rocco, Partner EY - Head of Valuation, Modelling & Economics, ha dichiarato: "Le misure protezionistiche introdotte dall’amministrazione statunitense, tra cui l’aumento dei dazi verso Cina, Messico, Canada e Unione Europea, rappresentano ancora una delle fonti di incertezza per l’economia mondiale. Secondo le nostre stime, l’effetto cumulato di tali politiche potrebbe ridurre il PIL dell’Eurozona di 0,7 punti percentuali nel 2027. Il nostro Paese è esposto a tali politiche sia per via delle esportazioni dirette verso gli Stati Uniti, che costituiscono il secondo mercato di destinazione delle nostre esportazioni (65 miliardi di euro, preceduti dalla Germania a 71 miliardi), sia per via dell’elevato grado di integrazione nelle catene globali del valore. Nell’attuale contesto di incertezza geopolitica, inoltre, l’andamento dei prezzi delle materie prime resta un tema da tenere sotto attenta osservazione sia nel breve che nel medio termine a causa del potenziale impatto sull’inflazione e sulla crescita. L’economia italiana mostra comunque segnali di resilienza, secondo le nostre previsioni, grazie a una crescita contenuta ma stabile, sostenuta da un mercato del lavoro robusto e da un’inflazione in flessione rispetto alle precedenti rilevazioni".
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