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L’altra faccia della stagione delle trimestrali

 
L’altra faccia della stagione delle trimestrali
Il mercato azionario ha vissuto una settimana di forti contraddizioni. Da un lato, i numeri aziendali in particolare di alcune big tech, hanno sorpreso in positivo; dall’altro le valutazioni elevate convivono con segnali economici contrastanti. Il tema centrale resta quello di come orientarsi in un mercato che appare forte, ma sotto molteplici profili vulnerabile.

È stata senza dubbio la settimana più intensa della reporting season, con quasi la metà delle società dell’S&P 500 che ha pubblicato i risultati trimestrali, complessivamente solidi e superiori alle attese. 

L`83% delle società sta battendo le stime ed Il tasso di crescita degli utili per l'S&P 500 nel terzo trimestre è aumentato dal 9% al 10,7%.

Si tratta del quarto trimestre consecutivo con una crescita degli utili su base annua a due cifre. 

Anche in Europa la stagione degli utili sta mostrando segnali positivi, con una crescita media degli utili dello STOXX 600 pari al +2% su base annua, a fronte di attese che indicavano un calo del 2%.

Tra i big tech americani, la stagione delle trimestrali ha offerto un quadro variegato, che riflette bene il dualismo presente oggi sui mercati tra entusiasmo per la crescita e cautela per i costi crescenti legati all’intelligenza artificiale.

Amazon si conferma tra le sorprese più positive: il fatturato trimestrale ha raggiunto circa 180 miliardi di dollari, in aumento del 13% su base annua, con risultati superiori alle attese in tutte le principali divisioni. In particolare la divisione cloud è cresciuta del 20%, la pubblicità del 24% e le vendite online del 10%. Il CEO ha parlato di un “forte momentum” e di un gruppo sempre più efficiente grazie all’uso esteso dell’AI e della robotica. Il titolo ha reagito con entusiasmo, salendo di oltre +12% dopo la pubblicazione dei risultati, l’oscillazione giornaliera più ampia degli ultimi 10 anni.

Apple, al contrario, mostra una dinamica più complessa. Il fatturato, pari a 102 miliardi di dollari, è leggermente sopra le attese, ma le vendite di iPhone risultano inferiori al consenso, mentre il mercato cinese continua a rappresentare un punto debole a causa di concorrenza e problemi regolatori. Tuttavia, la società mantiene un tono costruttivo, con una guidance di crescita dei ricavi tra il +10% e il +12% nel prossimo trimestre.

Alphabet ha superato le aspettative su tutte le principali linee di business, confermandosi come una delle protagoniste assolute tra le Magnificent 7. È oggi l’azienda che più chiaramente sta riuscendo a monetizzare l’intelligenza artificiale, grazie a un’integrazione efficace nei suoi prodotti e nella pubblicità digitale.

Meta, invece, pur battendo le attese sui ricavi, ha deluso gli investitori a causa dell’aumento dei costi legati ai massicci investimenti in AI, che stanno crescendo più rapidamente dei ricavi stessi. Questo ha alimentato dubbi sulla sostenibilità della spesa e sulla redditività futura, provocando un calo del titolo di circa -7% nel post-market.

Infine, Microsoft ha riportato un impatto negativo di 3,1 miliardi di dollari sull’utile netto, derivante dal suo investimento in OpenAI. Anche qui gli analisti si concentrano sull’incremento della spesa in conto capitale, tema sempre più centrale nelle valutazioni del settore.

Nel frattempo È stata anche la settimana della FED e della BCE. 

La Federal Reserve, come ampiamente atteso, ha operato un taglio dei tassi di 25 punti base, tuttavia, il presidente Powell ha avvertito che un’ulteriore riduzione a dicembre non è affatto scontata, segnalando che la Fed non si ritiene in modalità “all-in” verso successivi allentamenti automatici.

Il bilancio della Fed terminerà il quantitative tightening, avvero la sua riduzione, il 1° dicembre, un segnale che la liquidità è un tema che pesa e la FED non la vuole drenare ulteriormente. 

Mentre l’inflazione rimane “leggermente elevata” e l’occupazione stabile ma con qualche debolezza nel mercato del lavoro.

In Europa, anche la Banca centrale europea ha mantenuto i tassi sui depositi invariati al 2% e ha ribadito un approccio guidato dai dati, segnalando che le prospettive rimangono incerte.

Stiamo vivendo un mercato straordinario, ma non solo nel senso sperato in termini di performance. 
 
È straordinario perché al di sotto delle superficie di solidi fondamentali, vive ormai di automatismi, di flussi meccanici e di un’illusione collettiva di stabilità. L’era dell’investimento passivo, nata come strumento di democratizzazione dei mercati, si è trasformata nel motore che li domina e forse, nel seme della loro fragilità. Oggi oltre la metà del capitale azionario americano è in mano a fondi indicizzati. E questo significa che la direzione del mercato non è più guidata da analisi, selezione o valore intrinseco, ma dal semplice flusso dei capitali che replica un indice. Le società più grandi ricevono automaticamente più denaro, indipendentemente dai loro fondamentali. È un circolo vizioso: i flussi fanno salire i prezzi, i prezzi attirano nuovi flussi, e il mercato intero si autoalimenta. 

Ma dietro questa apparente efficienza si sta creando lentamente una grossa distorsione profonda: la perdita di ogni ancoraggio valutativo fino ad arrivare a rifiutare l’importanza delle valutazioni stesse.

Ecco perché questa è, potenzialmente, l’era più pericolosa di sempre: un’epoca in cui le valutazioni sono tirate all’estremo e il flusso passivo amplifica ogni movimento, in salita e in discesa. Quando il mercato è dominato da meccanismi automatici, le correzioni non nascono più da eventi fondamentali (macro o micro che essi siano), ma da una frattura interna, da un cedimento strutturale del sistema stesso, da un cambio improvviso di sentiment, dal cambio di narrativa.

Per questo serve disciplina, e lucidità. Mantenere liquidità non è debolezza, ma prudenza. Restare ancorati ai fondamentali non è conservatorismo, ma visione strategica. 

Siamo in un contesto in cui la selezione attenta dei singoli titoli assume un ruolo cruciale. Investire in aziende con valutazioni ragionevoli, solidi fondamentali e visibilità sugli utili consente non solo di accedere a migliori prospettive di rendimento nel lungo periodo, ma soprattutto di ridurre il rischio implicito del portafoglio. La selezione bottom-up, orientata al valore, permette di costruire un margine di sicurezza rispetto alle distorsioni del mercato, mitigando l’impatto di eventuali correzioni e preservando il capitale. Investire consapevolmente significa evitare la concentrazione passiva e mantenere un approccio disciplinato, razionale e ancorato ai dati.
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