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L&G: Cosa riserverà il futuro per i mercati privati?

di Lushan Sun, Head of Cross-Asset Research di L&G
 
L&G: Cosa riserverà il futuro per i mercati privati?
Il 2025 è stato un anno generalmente benevolo per i mercati privati, avendo presentato quasi sempre condizioni favorevoli alla loro crescita. Inflazione in discesa, tassi d’interesse più bassi, una robusta espansione dell’economia statunitense e una politica fiscale accomodante in Europa hanno aiutato le classi di attività afferenti ai private market a generare performance positive in tutta la prima metà dell’anno (al momento in cui si scrive, sono questi i dati più aggiornati a disposizione), il tutto nonostante la persistente incertezza legata ai dazi.

Se si osserva il triennio 2022-2024, emerge come le classi di attività che hanno sovraperformato rispetto alle altre sono il credito privato e le infrastrutture, con i rendimenti supportati da tassi più alti e inflazione. Con il 2025 è poi arrivata anche la ripresa dell’immobiliare e del venture capital, dopo che nei tre anni precedenti avevano subito un deprezzamento tra il 20% e il 30%. Infine, le acquisizioni di private equity hanno registrato una minore correzione mark-to-market nello stesso periodo, nonostante le difficoltà ben documentate.

Per quanto riguarda i rendimenti, a guidare la classifica è sicuramente il credito privato di rating inferiore all’investment grade (sub-IG), ossia i prestiti diretti, a circa il 10%. Tuttavia, una intensa competizione interna al segmento e la ripresa dei prestiti bancari hanno fatto sì che gli spread si contraessero notevolmente, tanto che le rendite odierne sono inferiori alla media decennale. Al contrario, il credito privato IG continua a mostrare prezzi attrattivi se paragonati al suo track record e questo perché, nonostante i tagli, i tassi restano comunque su livelli più alti rispetto al passato.

Per quanto riguarda gli altri segmenti, il settore immobiliare (misurato in termini di rendimento operativo netto) si attesta al 4-5%, un valore superiore alla media, soprattutto nel Regno Unito e negli Stati Uniti, mentre, a nostro avviso, le infrastrutture in generale e il private equity (misurato in termini di rapporto tra valore d'impresa ed EBITDA) rimangono ancora troppo costosi rispetto al passato.

Anche la raccolta di capitale è migliorata, tanto che le previsioni prevedono che quella del 2025 sarà superiore a quella del 2024 di circa il 10%. Sono soprattutto le infrastrutture a segnare un anno da record, guidate da una forte domanda degli investitori per asset legati al digital e alle rinnovabili. Anche l’immobiliare e, in misura minore, il private equity stanno recuperando da un 2024 sotto la media, tanto che noi di L&G riteniamo che il fondo sia ormai stato toccato in termini di allocazioni e che, se le condizioni attuali persistono, il 2026 potrà portare risultati migliori.

In generale, nonostante un aumento dell'allocazione, gli investitori oggi rimangono cauti e indirizzano sempre più capitali verso i grandi fondi. Prendiamo ad esempio il settore delle infrastrutture: quasi il 60% del capitale raccolto nei primi nove mesi del 2025 è in fondi di dimensioni superiori a 5 miliardi di dollari.
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