Economia

Italia tra resilienza interna e freni esterni

di Redazione
 
Italia tra resilienza interna e freni esterni
Il secondo trimestre del 2025 consegna un’immagine dell’economia italiana caratterizzata da contrasti evidenti. Secondo l’analisi di PwC, il Pil ha registrato una lieve contrazione congiunturale dello 0,1%, determinata soprattutto dal calo delle esportazioni (-1,7%) e dal contributo negativo della domanda estera netta. La domanda interna, sostenuta dagli investimenti fissi lordi (+1%) e dall’accumulo di scorte, ha invece evitato una frenata più marcata.

Il rallentamento è coerente con lo scenario globale. La crescita mondiale è stimata al 3% nel 2025 e al 3,1% nel 2026, con segnali positivi negli Stati Uniti e in Cina, ma ancora deboli in Europa. L’Area euro, in particolare, resta ancorata a ritmi contenuti (+1% nel 2025), condizionata dai dazi statunitensi e dall’apprezzamento dell’euro. In questo contesto, l’Italia paga la flessione della domanda estera, mentre può contare su consumi stabili e su un rafforzamento della spesa interna.

Sul fronte dei prezzi, ad agosto l’inflazione si è attestata all’1,6% su base annua, in discesa rispetto ai mesi precedenti. Tuttavia, l’inflazione di fondo è leggermente risalita (+2,1%), segnalando la persistenza di pressioni nei servizi. I prezzi alla produzione rallentano, mentre la volatilità energetica continua a rappresentare un fattore di rischio.

Dal lato delle imprese, la produzione industriale mostra segnali di ripresa nei beni di consumo (+3%), strumentali (+2,8%) e intermedi (+0,3%), a fronte del calo dell’energia (-5,2%). Anche il clima di fiducia risulta eterogeneo: peggiora nella manifattura e nelle costruzioni, migliora nei servizi di mercato. Le famiglie, invece, evidenziano una propensione al risparmio in crescita (9,3%) e un aumento dei consumi di beni non durevoli e servizi, mentre cala la spesa per i beni durevoli.

Il commercio estero conferma la doppia velocità: nei primi sette mesi del 2025 le esportazioni crescono del 2,9% in valore, trainate da farmaceutica, mezzi di trasporto e alimentare, ma penalizzate dal calo nei comparti energetici e automotive. Geograficamente, gli scambi sono in crescita con Stati Uniti, Spagna, ASEAN e Francia, mentre arretrano verso Paesi Bassi, Cina e Turchia. Il saldo commerciale migliora a +7,9 miliardi di euro a luglio.

Sul fronte occupazionale, il mercato del lavoro mantiene un andamento positivo, il tasso di disoccupazione scende al 6%, accompagnato da un aumento delle retribuzioni e del costo del lavoro.

Le prospettive per il biennio 2025-2026 restano di moderata crescita (+0,6% nel 2025 e +0,8% nel 2026), trainata esclusivamente dalla domanda interna, con la fase finale del PNRR che dovrebbe sostenere investimenti e produttività. Anche se la fragilità della domanda estera e le tensioni geopolitiche internazionali continuano a rappresentare un’incognita per l’economia italiana.
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