Economia

Italia sotto pressione dai dazi USA, resilienza del Made in Italy ma servono strategie di lungo periodo

di Redazione
 
Italia sotto pressione dai dazi USA, resilienza del Made in Italy ma servono strategie di lungo periodo
L’analisi diffusa da The European House – Ambrosetti evidenzia come i nuovi dazi imposti dagli Stati Uniti nell’ambito della cosiddetta Trumponomics stiano colpendo duramente l’economia europea e, in particolare, l’Italia. Secondo lo studio, l’impatto per il nostro Paese ammonta a circa 9 miliardi di euro, con una contrazione stimata dell’export intorno a 6,7 miliardi qualora le imprese assorbano parte dei costi. I settori più penalizzati risultano automotive, meccanica, farmaceutico, moda e agroalimentare, tutti pilastri del Made in Italy.

L’accordo UE-USA raggiunto lo scorso 21 agosto ha fissato un tetto massimo del 15% sui dazi, garantendo maggiore stabilità alle imprese ma a un costo elevatissimo. Per l’Europa l’onere complessivo raggiunge i 75,8 miliardi di euro l’anno, contro i 5,9 miliardi del 2024, con l’Italia secondo Paese più colpito dopo la Germania.

Il quadro è reso ancor più complesso dalla svalutazione del dollaro, sceso del 10,6% nei primi sei mesi dell’anno, che ha fatto aumentare del 25,6% il prezzo medio dei prodotti europei negli Stati Uniti, incidendo sulla domanda dei consumatori americani.

Nonostante ciò, l’export italiano mostra resilienza grazie alla forte diversificazione geografica – che colloca l’Italia al quarto posto al mondo – e alla bassa sostituibilità dei nostri prodotti, considerati unici per qualità e distintività. Il surplus commerciale con gli USA ha raggiunto nel 2024 i 38,9 miliardi di euro, cifra più che raddoppiata nell’ultimo decennio.

Viene sottolineato che, sebbene lo scenario resti gestibile, è indispensabile una strategia di lungo periodo. Occorre rafforzare l’autonomia industriale europea, sostenere i comparti più esposti e puntare su innovazione e flessibilità per difendere la competitività del Made in Italy.
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