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Intermonte - Italian Mid Small Caps Monthly Report Giugno 2025

di Andrea Randone, Head of Mid Small Cap Research di Intermonte
 
Intermonte - Italian Mid Small Caps Monthly Report Giugno 2025

I risultati del secondo trimestre sono un banco di prova per le stime sull’anno in corso

 
· Performance (=/+). Il mercato azionario italiano (prezzi al 16 giugno 2025) ha registrato una performance negativa dell'1,7% nell'ultimo mese ed è in rialzo del 16,4% su base annua. Nell'ultimo mese l'indice FTSE Italy Mid Cap (-0,3%) ha registrato una performance superiore dell'1,4% rispetto all'indice principale (-3,5% su base annua relativa), mentre l'indice FTSE Italy Small Caps (-0,1%) ha registrato una performance migliore dell'1,6% rispetto al mercato, ma un -6,4% su base annua. Guardando alle mid-small cap in Europa, l'indice MSCI Europe Small Caps è salito dello 0,8% nell'ultimo mese, una performance leggermente migliore rispetto alle mid-small cap italiane.

· Stime (=). Dall'inizio del 2025, abbiamo attuato una revisione del -5,9%/-5,4% delle nostre stime sugli EPS 2025/2026; in particolare, nell'ultimo mese, le revisioni delle stime sono state quasi trascurabili per le large cap (-0,1%/-0,2% sugli EPS 2025/2026). Concentrandoci sulla nostra copertura delle mid-small cap, invece, nell'ultimo mese abbiamo lasciato invariati gli EPS 2025, mentre abbiamo aumentato gli EPS 2026 del +0,4%, per via del limitato flusso di notizie corporate e del numero ridotto di nuovi report pubblicati.

· Valutazioni (=). Se confrontiamo la performance dall'inizio del 2025 con la variazione delle stime per l'esercizio ’25 nello stesso periodo, vediamo che i titoli del FTSE MIB hanno registrato un re-rating del 22,9% (era +24,8% un mese fa); le mid cap si sono rivalutate del 16,8%, mentre le small cap del 15%. Su base P/E, il nostro panel è scambiato con un premio del 18% rispetto alle large cap, leggermente al di sotto del premio medio storico (20%) e in linea con il livello di un mese fa (18%).

· Liquidità (+). Osservando l'andamento degli indici ufficiali italiani, notiamo che la liquidità delle large cap nell'ultimo mese (misurata moltiplicando i volumi medi per i prezzi medi in un determinato periodo) è superiore del 12,2% rispetto allo stesso periodo di un anno fa ed è in aumento del 34,1% su base annua. Il quadro è in miglioramento anche per le mid cap, mentre è più debole per le small cap: in particolare, dall’inizio di gennaio, la liquidità è aumentata del 17% su base annua per le prime, mentre per le seconde è diminuita dell'1,1%, nonostante il trend abbia visto un miglioramento nell'ultimo mese. 

· Strategia d’investimento. I forti movimenti di mercato degli ultimi tre mesi sono stati strettamente legati alle dinamiche commerciali e geopolitiche. Allo stesso tempo, i messaggi emersi dai risultati del primo trimestre si sono rivelati in parte rassicuranti sulla tenuta degli utili per la maggior parte delle aziende, nonostante il contesto di forte incertezza, che potrebbe attenuarsi con l’avvicinarsi degli esiti dei negoziati commerciali in corso. Questo complesso scenario macroeconomico rende i mercati azionari particolarmente sensibili alle notizie di politica economica, con possibili benefici per i settori difensivi, dell’energia e quelli protetti dall’inflazione. All’interno della nostra copertura, gli investitori stanno valutando come l’aumento dell’incertezza macroeconomica osservato da aprile — in particolare su dazi, prezzi energetici e volatilità valutaria — possa influenzare i risultati del secondo trimestre 2025, in attesa delle pubblicazioni previste tra luglio e settembre. I mesi estivi si confermano tradizionalmente difficili da interpretare per i mercati. Riteniamo che le mid cap italiane restino interessanti, ma suggeriamo un approccio selettivo, che si concentri su titoli di qualità, leader nei rispettivi settori, con valutazioni supportate da prospettive di crescita realistiche o da una solida generazione di cassa. Nel corso dell’ultimo mese, abbiamo osservato alcuni collocamenti di titoli di qualità ben accolti dal mercato, a conferma dell’interesse per storie azionarie solide nonostante le performance già brillanti. Infine, il Fondo Strategico Nazionale — il cui lancio è atteso entro fine anno con un impegno iniziale compreso tra 700 milioni e 1 miliardo di euro (49% dal fondo stesso e 51% da investitori privati) — potrebbe rappresentare un catalizzatore positivo per il segmento. I gestori avranno piena discrezionalità sulle allocazioni, a condizione che almeno il 70% del capitale venga investito in società quotate al di fuori del FTSE MIB, escludendo i titoli finanziari.


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