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Industria, Uliano (FIM CISL): mercoledì a Bruxelles per una politica industriale comune

 

Una folta delegazione della FIM CISL proveniente da tutta Italia guidata dal Segretario generale FIM Ferdinando Uliano sarà presente mercoledì 5 Febbraio a Bruxelles perpartecipare alla manifestazione europea organizzata da IndustriAll Europe, il sindacato europeo dell’industria.

La manifestazione si svolgerà a partire dalle 10.30 sotto la sede del Consiglio Europeo, in place Jean Rey, per rivendicare un concreto piano industriale europeo. Con noi saranno presenti i sindacati e i lavoratori dell’industria di tutta Europa.

“Riteniamo la giornata di mercoledì estremamente importante commenta il Segretario generale della FIM CISL Ferdinando Uliano (nella foto) se fino a qualche anno fa qualcuno pensava di sperare di cavarsela attraverso una politica industriale in gran parte attuata dai singoli Stati, la pandemia prima e il nuovo assetto geopolitico che si sta riconfigurando a livello planetario dopo l’invasione Russa dell’Ucraina, il riesplodere della guerra in Medioriente, la nuova presidenza degli USA, l’arma dei dazi e la Cina sempre più dilagante; hanno messo in discussione questa visione “sovranista”, mettendo al centro una riflessione urgente sul ruolo dell’UE in termini di politica industriale ed energetica.

Il green deal va riformato in un’ottica di garanzia sociale, sostenuta da un nuovo sviluppo industriale e alla luce del nuovo scenario planetario senza avere posizioni ideologiche con la consapevolezza che la transizione ambientale deve avere il sostegno dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali.

Il documento Draghi è sicuramente un’ottima base di partenza, dove l’azione della politica europea è al centro. La doppia transizione green e digitale deve rappresentare per il continente Europeo una grande opportunità di crescita e coesione, non come sta accadendo una lotta alla sopravvivenza di cui gli unici a farne le spese da subito sono i lavoratori e le loro famiglie.

La mancanza di una chiara strategia e di un piano industriale europeo, sommato a decisioni aziendali sbagliate e ritardi negli investimenti nell’industria, il rischio di una deindustrializzazione non è più una minaccia ma una realtà in tanti settori.

In Italia stiamo assistendo alle difficoltà che sta affrontando l’automotive e il suo indotto, la siderurgia e l’elettrodomestico. Insieme alle cinque richieste che insieme al sindacato europeo facciamo alla politica dell’UE ovvero: investire nella formazione dei lavoratori per garantire una giusta transizione ed evitare licenziamenti; prevedere una politica industriale con forti investimenti pubblici per una crescita inclusiva  a condizionalità sociali integrate in tutti gli investimenti pubblici; investire in reti e infrastrutture moderne per un’energia stabile, conveniente, affidabile e a basse emissioni di carbonio; rafforzare la contrattazione collettiva e la partecipazione dei lavoratori al processo decisionale; garantire pratiche di acquisto eque e la due diligence sui diritti umani lungo le catene di fornitura, chiederemo come FIM un fondo speciale per gli ammortizzatori necessari per impedire i licenziamenti e sostenere gli invitabili situazioni di crisi che già si stanno determinando.

L’UE deve intervenire subito. A rischio non c’è solo l’economia e la sorte di migliaia di lavoratori ma la tenuta sociale dell’intera Europa e con essa il progetto di pace e democrazia immaginato dai Altiero Spinelli di un’Europa federale. I singoli Stati da soli ,in questo nuovo scenario globale non hanno nessuna chance, solo uniti e insieme potremmo ridare slancio al progetto Europeo, ma per farlo dobbiamo lavorare ad una politica industriale che restituisca lavoro e fiducia alle persone nel futuro.  

 Ufficio Stampa Fim CISL
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