Economia

In Unipol crescono i malumori tra gli investitori internazionali per i compensi milionari

di Demetrio Rodinò
 
In Unipol crescono i malumori tra gli investitori internazionali per i compensi milionari
Nella grande famiglia Unipol, come riportato da Affari Italiani, la stagione assembleare 2025 ha lasciato in eredità più di qualche mal di pancia tra gli investitori internazionali. Il motivo? Le corpose remunerazioni riconosciute ai vertici del gruppo assicurativo, a partire dal presidente Carlo Cimbri (nella foto) e dall’amministratore delegato Matteo Laterza. Un tema che ha acceso il dibattito nel corso dell’assemblea degli azionisti dello scorso 29 aprile.

Secondo quanto emerge dal verbale dell’assemblea, i punti relativi al bilancio 2024 e alla distribuzione del dividendo sono stati approvati con larghissimo consenso, sostenuti anche dal peso specifico delle cooperative, che detengono circa il 40,6% dei diritti di voto. Tuttavia, la musica è cambiata quando è toccato affrontare il capitolo retribuzioni.

La proposta di compensi per il 2025 e la relazione sulle remunerazioni 2024 non hanno infatti raccolto lo stesso entusiasmo. Anzi. I numeri parlano chiaro: ben 1.152 soci (pari al 12,8% dei diritti di voto) si sono espressi contro la prima parte del piano retributivo, e addirittura 1.353 (il 15,4%) hanno votato contro la seconda parte, relativa alle somme effettivamente erogate l’anno scorso.

Un dato che segna una netta discontinuità rispetto all’assemblea precedente, dove i voti contrari alla prima parte si erano fermati a circa 500. Una crescita significativa, che riflette il crescente disagio di una parte dell’azionariato, in particolare di matrice internazionale.

Le critiche si concentrano sui numeri. Carlo Cimbri, alla guida del gruppo con funzioni presidenziali e strategiche, ha incassato nel 2024 un totale di 6,3 milioni di euro, tra parte fissa e variabile, in aumento rispetto ai 5,2 milioni del 2023. L’AD Matteo Laterza ha ricevuto invece 2,1 milioni. Compensi perfettamente in linea con gli standard del settore, ma ritenuti eccessivi da diversi azionisti, specie in un contesto di vigilanza crescente sulla sostenibilità retributiva nei grandi gruppi quotati.

Le perplessità non si sono fermate ai soli emolumenti. Anche i punti 5 e 6 all’ordine del giorno - rispettivamente la modifica del piano di compensi basato su strumenti finanziari per il triennio 2025-2027 e il programma di acquisto di azioni proprie - hanno incontrato resistenze. I contrari sono stati 873 per il primo punto e 908 per il secondo. Sebbene le proposte siano comunque passate, il voto dissonante lascia intravedere una crescente richiesta di trasparenza e allineamento con le attese degli investitori, specie quelli esteri.



NELLA FOTO: MATTEO LATERZA, CEO UNIPOL CON CARLO CIMBRI, PRESIDENTE UNIPOL
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