Economia
Il futuro della consulenza finanziaria parla giovane e al femminile mentre il Governo punta su un nuovo ecosistema di investimenti
di Demetrio Rodinò
Il volto della consulenza finanziaria in Italia sta cambiando rapidamente, trainato da una nuova generazione di professionisti, un aumento significativo della presenza femminile e una cornice normativa in fase di rinnovamento. È quanto emerge dalla presentazione della Relazione annuale dell’Ocf, l’Organismo di vigilanza e tenuta dell’albo unico dei Consulenti Finanziari, tenutasi alla Camera dei Deputati.
Nel suo intervento, Federico Freni, sottosegretario al Ministero dell’Economia, ha delineato gli obiettivi del Governo per il futuro del settore: “Stiamo lavorando per un ecosistema finanziario con regole che stimolino realmente gli investimenti. Un sistema in cui si investe perché conviene, non perché lo dice lo Stato”. Tra le novità in cantiere, Freni ha citato il nuovo Testo Unico della Finanza e un fondo di fondi a supporto dell’equity. “Non si cresce più solo con il debito. Serve il capitale privato, serve fiducia”, ha sottolineato.
I dati dell’Ocf confermano la trasformazione in atto: oltre 53mila i consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede, con un ricambio generazionale in corso e un progressivo riequilibrio di genere. Nel 2023, il 42,7% dei candidati all’esame di abilitazione era under 30 e il 33,5% donne, segnando un deciso passo avanti verso una professione più inclusiva e moderna.
La percentuale di donne in attività ha raggiunto il 23,1% del totale, ma tra i nuovi iscritti la quota sale al 29,6%, con una punta del 31,1% tra chi ha effettivamente intrapreso la professione. Non solo un segno di apertura, ma anche un valore aggiunto: secondo diversi studi, le consulenti donne tendono a instaurare relazioni più empatiche e durature con i clienti, favorendo scelte d’investimento più solide nel lungo periodo.
Anche la crescita della componente giovane rappresenta un cambiamento culturale, oltre che anagrafico. Tra gli under 30 che hanno superato l’esame, oltre l’80% ha scelto l’iscrizione all’Albo e la metà ha già firmato un mandato. La nuova leva porta in dote competenze digitali, attenzione alla sostenibilità e una formazione sempre più interdisciplinare, che spazia dall’economia alla psicologia, dalle scienze sociali alla comunicazione.
In un contesto economico instabile, con inflazione ancora elevata, mercati volatili e tassi d’interesse incerti, la figura del consulente finanziario diventa sempre più strategica nella gestione del risparmio delle famiglie italiane. L’aumento degli iscritti – da 52mila nel 2023 a oltre 53mila oggi – conferma la crescente fiducia nella professione, ma anche la necessità di un continuo aggiornamento per stare al passo con le nuove normative e le esigenze della clientela.
All’orizzonte si profilano sfide impegnative: l’arrivo della direttiva MiFID III, la spinta alla digitalizzazione, l’esigenza di formazione continua e la gestione del cambiamento generazionale. Ed è proprio in questo scenario che si innesta il lavoro del Governo, deciso a offrire una cornice normativa capace di accompagnare l’evoluzione del settore.
L’appuntamento, secondo Freni, è alla Relazione Ocf del 2026, quando – promette – “avremo finalmente un ecosistema dove il risparmio potrà essere mobilitato in modo sicuro e razionale, a sostegno della crescita reale del Paese”.