Economia
Il Private Banking italiano supera i 1.300 miliardi di euro, crescita solida e consulenza al centro
di Demetrio Rodinò

Il Private Banking italiano continua a macinare risultati positivi e chiude il primo semestre 2025 superando la soglia dei 1.300 miliardi di euro di masse in gestione. È quanto emerge dai dati del Mercato Servito diffusi dall’Associazione Italiana Private Banking (AIPB), che segnalano un incremento del +2,4% rispetto al trimestre precedente e un totale di 1.317 miliardi al 30 giugno 2025.
La crescita è trainata da due elementi chiave: la raccolta netta positiva, pari a 14 miliardi di euro (+1,1%), e il ritorno dell’effetto mercato (+15 miliardi), dopo la flessione registrata nel primo trimestre. In termini complessivi, rispetto alla fine del 2024 le masse gestite risultano in aumento del +4,8%, mentre su base annua la crescita è del +10,1%, con 120 miliardi di euro in più gestiti dal sistema.
Andrea Ragaini, presidente AIPB, ha sottolineato che “il Private Banking italiano continua a rafforzare la propria posizione nel sistema finanziario del Paese. Aver superato i 1.300 miliardi di masse gestite, grazie al contributo equilibrato della raccolta e dei mercati, dimostra la solidità del nostro modello e la centralità della consulenza professionale”. Ragaini ha evidenziato inoltre come la capacità del settore di adattarsi a un contesto geopolitico e macroeconomico complesso sia uno dei principali fattori di resilienza.
Nel dettaglio, l’analisi dell’AIPB mostra un andamento positivo in tutti i comparti: il gestito cresce del +2,9%, l’amministrato del +2,8%, il comparto assicurativo del +1,9% e la raccolta diretta dell’+1%. In termini di prodotti, guidano i fondi comuni (+8,6 miliardi), seguiti dagli obbligazionari (+5 miliardi), dalle polizze assicurative (+4,7 miliardi), dalle gestioni patrimoniali (+4,1 miliardi) e dagli ETF (+1,8 miliardi).
La composizione dell’asset mix si conferma stabile, i fondi comuni rappresentano il 22,8% del totale, seguiti dalla liquidità (12,7%), dalle gestioni patrimoniali (12,2%) e dalle assicurazioni (18,9%). Le componenti obbligazionarie nel complesso pesano per il 17,2%, mentre l’azionario si attesta all’11,3%.
Un segnale di trasformazione strutturale arriva infine dal fronte della consulenza. Cresce la quota della fee only (dal 2,8% al 3,7%) e della fee over (dal 12,8% al 15,6%), mentre scende quella basata esclusivamente sulle retrocessioni, oggi all’80,6%. Un’evoluzione che conferma l’orientamento verso modelli più trasparenti e orientati alla qualità del servizio, coerentemente con le aspettative della clientela Private e le best practice europee.
L’AIPB, che rappresenta il 99% degli asset del comparto, pubblicherà a marzo 2026 i dati completi sull’intero anno.