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ING: L’inflazione fa meno paura agli Usa, grazie alla tregua sui dazi e ai servizi meno cari

di James Knightley, Chief International Economist, US
 
ING: L’inflazione fa meno paura agli Usa, grazie alla tregua sui dazi e ai servizi meno cari
Ad aprile, l’inflazione negli Stati Uniti è stata inferiore alle aspettative. I recenti accordi sui dazi sembrano scongiurare un aumento dei prezzi, mentre i principali indicatori del mercato immobiliare puntano verso una diminuzione dei costi degli alloggi. Grazie a questi fattori, si apre uno spiraglio per altri tagli dei tassi della Fed.

L'inflazione statunitense ad aprile è al di sotto delle aspettative, con il settore degli alloggi destinato a diventare determinante. 

Nel corso di aprile 2025, l'indice dei prezzi al consumo (IPC) statunitense è aumentato dello 0,2% rispetto al mese precedente, sia per l'inflazione generale sia per quella core. Il valore si attesta al di sotto delle previsioni dello 0,3%. Su base annua, l'inflazione generale è scesa al 2,3% rispetto al 2,4% di marzo. Si tratta del valore più basso da febbraio 2021, mentre l’inflazione core, esclusi alimentari ed energia, rimane al 2,8% su base annua.

I dettagli mettono in luce il terzo calo consecutivo delle tariffe aeree (-2,8% su base mensile/-7,9% su base annua). I prezzi delle auto usate sono scesi dello 0,5%; quelli dell'abbigliamento dello 0,2%; e quelli dei generi alimentari dello 0,1% su base annua. Queste diminuzioni hanno compensato gli aumenti che hanno interessato i servizi di assistenza medica (+0,5% su base mensile), le materie prime per l'assistenza medica (+0,4%), la manutenzione dei veicoli a motore (+0,7%) e le assicurazioni auto (+0,6%).

Anche il costo degli alloggi, che in termini di peso costituisce il 35,4% del paniere dell'inflazione, continua a registrare tassi elevati. All’ultima rilevazione, il dato si attesta sullo 0,3% su base mensile, corrispondente al 4,0% su base annua. Tuttavia, c’è anche una buona notizia. Gli indicatori principali, come l’ultimo studio sugli affitti dei nuovi locatari della Fed di Cleveland, stanno diminuendo su base annua e suggeriscono, in base alla relazione storica, che i costi degli alloggi rallenteranno bruscamente tra la fine di quest'anno e l'inizio del prossimo.

Meno minacce sui dazi fanno felice la Fed

Per giunta, è importante ricordare che il paniere dell'inflazione statunitense è dominato dai servizi. Fatta eccezione per gli alimentari e l’energia, le materie prime - ovvero i beni che saranno maggiormente colpiti dai dazi - rappresentano solo il 19,4% del paniere. Pertanto, il settore della casa e quello dei servizi possono contribuire a mitigare la minaccia inflazionistica derivante dai dazi. Questi ultimi, per altro, sono già meno preoccupanti rispetto alle scorse settimane in seguito alla recente distensione del rapporto tra USA e Cina.

Che l’inflazione nel settore dei servizi sarà limitata è anche la previsione che emerge dall’indagine della National Federation of Independent Business (NFIB), importante associazione statunitense che rappresenta le piccole e medie imprese del Paese. A febbraio, il 31% delle imprese stava aumentando i prezzi mentre il 30% prevedeva di farlo entro i successivi tre mesi. Nell’ultima rilevazione questi valori sono scesi, rispettivamente, al 25% e al 28%.

Quindi, non solo la de-escalation aiuta la crescita. Contribuisce anche a diminuire l’impatto dell’inflazione sulle decisioni della Fed, rinnovando la possibilità che si aprano spazi di manovra per una riduzione dei tassi. In seguito agli sviluppi presentati in questo articolo, continuiamo ad aspettarci un taglio dei tassi di interesse a settembre, che a questo punto ci sembra più probabile possa essere di 25 punti base, anziché 50.
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