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IG Italia - Macro USA: inflazione più alta rispetto alle attese

di Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia
 
Macro USA: inflazione più alta rispetto alle attese

Il Bureau of Labor Statistics ha pubblicato i dati sull’inflazione relativa al mese di gennaio negli Stati Uniti. L’indice dei prezzi al consumo (CPI) ha evidenziato, su base annuale, un rialzo del 3%, superiore alle attese del mercato (fissate per un +2,9% a/a). Su base mensile il CPI ha mostrato una variazione del +0,5% (aspettative fissate per un +0,3%). L’indice core (ovvero esclusi energetici ed alimentari) ha mostrato una crescita del 3,3% (previsioni del mercato al 3,1%). Su base mensile l’aumento dei prezzi core è stato pari allo 0,4%, superiore alle stime del consensus (+0,3% m/m).

Pressioni inflazionistiche diminuiscono le probabilità di un taglio dei tassi da parte della FED. Vendite su azionario e obbligazionario

L’attenzione della comunità finanziaria era tutta rivolta alla pubblicazione del dato sull’inflazione per capire le probabilità e le tempistiche del prossimo taglio dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve. I dati hanno mostrato che le pressioni inflazionistiche sono tornate a salire in modo consistente. I rincari non sono solamente nel comparto energetico ma anche in quello dei trasporti e in quello sanitario. L’inflazione core mostra la crescita su base mensile (+0,4%) più alta degli ultimi dieci mesi. L’inflazione si surriscalda e non ha ancora integrato gli effetti delle politiche protezionistiche dell’amministrazione Trump.

Scenari per la Federal Reserve

Nel breve termine non esistono al momento le condizioni per procedere a un cambio nelle strategie monetarie da parte della Federal Reserve. Crediamo che sia altamente probabile che la FED possa continuare a monitorare l’andamento delle variabili macroeconomiche (in particolare inflazione, PIL e disoccupazione) e decidere nel corso dei prossimi mesi la direzione della politica monetaria. I tassi di interesse rimarranno sui livelli attuali per un prolungato periodo di tempo. Le nostre attese NON prevedono alcun taglio da parte della Federal Reserve nel 2025.

Reazione mercati

La reazione è stata molto negativa sull’azionario USA (derivati su indici che hanno cambiato direzione mostrando un ribasso superiore al punto percentuale). Sul mercato valutario si rafforza notevolmente il dollaro in particolare contro sterlina e yen. Salgono i rendimenti dei treasuries (il rendimento del decennale sale dal 4,54% al 4,64%, quello con scadenza a due anni dal 4,30% al 4,36%).
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