Ancora tu, ma non dovevamo vederci più… E invece no. Quando tutto sembrava ormai anestetizzato tra lacrime di circostanza e applausi telecomandati ed il Festival sembrava destinato a scivolare nella prevedibilità più assoluta, ecco esplodere l’unico vero brivido di questa edizione: un gossip più scottante di qualsiasi acuto fuori tonalità. Pare infatti che, mentre le note si spandevano solenni nella sacra navata dell’Ariston, due artisti abbiano deciso di festeggiare la serata delle cover con un’esibizione decisamente fuori programma. E non parliamo di un fuori programma artistico bensì di una sinfonia ben più carnale, un duetto inedito eseguito a porte chiuse tra sussurri e mugolii di fragoroso trasporto. Insomma, se le canzoni in gara potevano al massimo far battere il piedino, nei camerini qualcuno ha optato per una batteria di ben altro genere. A far vibrare la curiosità del pubblico sono stati strani gemiti ovattati provenienti dal backstage, suoni carichi di un’intimità troppo audace per essere scambiata per una semplice conversazione tra colleghi. Il mistero si è infittito quando alcuni hanno sussurrato dell’esistenza di un video proibito, una prova infuocata di ciò che sarebbe accaduto dietro le quinte. Eppure, al momento, nessuna registrazione è emersa dall’ombra, lasciando il desiderio di verità sospeso tra congetture peccaminose e il solito veleno dei commentatori compulsivi.
Dal chiacchiericcio al boato è un attimo. Del resto in tempi di social non potrebbe essere diversamente. Tutto comincia con un messaggino sibilato tra gli addetti ai lavori: “Mi dicono che due cantanti hanno fatto sesso selvaggio nei camerini pochi minuti fa.” Ora, di notizie inutili Sanremo è da sempre ricco, ma questa è stata accolta come una folata di aria fresca in un ambiente carico di retorica e lustrini. La miccia era accesa: il telefono senza fili si è messo in moto e, in un battito di ciglia (anzi di chat in chat), il gossip ha colonizzato i social come un virus fuori controllo. Chi sono gli artisti della passione proibita? Ah, domanda oziosa! Il grande gioco delle ipotesi si è aperto con la solennità di un’elezione papale. Gli indizi sono vaghi, le supposizioni si moltiplicano, i detective da tastiera sono in fermento. Lui e lei (o forse lui e lui, lei e lei? Perché porsi limiti alla fantasia?) erano visibilmente “su di giri”, ci dicono le gole profonde. Forse è stato il brivido dell’interpretazione, l’adrenalina della performance, la magia del palco… o magari solo il prosecco del catering. Nel mentre, qualcuno ha anche provato a vestire i panni del raffinato semiologo, vedendo in ogni gesto sul palco un possibile codice segreto. E così, come un moderno Nostradamus dell’inciucio, il web ha riletto il duetto tra Achille Lauro ed Elodie con la smania di un complottista in cerca di prove. Che significava quel “Ancora” intonato più volte da Lauro? Un messaggio nascosto? Un lapsus freudiano? Un bis richiesto tra le lenzuola? Un mistero avvolto in un enigma, dentro un camerino evidentemente non troppo ben insonorizzato.
A rincarare la dose ci ha pensato poi lo stesso Lauro, che con la grazia di un aruspice dell’ambiguità ha lasciato cadere una frase sibillina: “Ho promesso a Elodie che avrei fatto un’incosciente pazzia di San Valentino”. Un’affermazione che ha acceso gli animi più della scenografia dell’Ariston. Lei ha smentito, lui ha scherzato, e il pubblico, ormai in preda a un delirio investigativo, ha cominciato a scandagliare ogni sguardo, ogni ammiccamento, ogni micro-espressione con la dedizione di un criminologo dell’FBI. Naturalmente, nessuna conferma è mai arrivata, e nessuna arriverà mai. Del presunto video che avrebbe immortalato il “fattaccio” neanche l’ombra, sebbene la leggenda narri che sia stato girato di nascosto e poi prontamente occultato, come un sacro graal dell’indiscrezione. Ma non è forse questa la vera essenza del gossip? Alimentarsi dell’inesistenza delle prove, fiorire nell’assenza di certezze? E così, mentre Sanremo si avvia al tramonto tra vincitori che già nessuno ricorderà e melodie destinate all’oblio, l’unico episodio che rimarrà impresso nella memoria collettiva sarà proprio questo momento di passione clandestina. Del resto, in una kermesse dove tutto è artefatto, forse l’unico sussulto autentico è stato proprio questo: un duetto senza microfoni, senza spartiti, ma con un ritmo decisamente travolgente. Hot Stuff, cantava Donna Summer. E la luna bussò… ma il camerino era occupato.