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Giappone: un’occasione per cogliere il potenziale a lungo termine
di Simon Morton-Grant, Portfolio Manager del fondo CT (Lux) Japan Equities di Columbia Threadneedle Investments

Da inizio anno a oggi abbiamo osservato livelli di volatilità significativi sui mercati azionari globali e il Giappone non ha fatto eccezione. Tuttavia, il quadro fondamentale del paese rimane solido: gli utili del primo trimestre sono stati positivi, i riacquisti di azioni sono triplicati rispetto all'anno precedente ad aprile e l’attività di M&A è stata intensa. Tra l'altro, è interessante notare che c'è già stata una ripresa dell'indice generale TOPIX, che ha addirittura superato il livello precedente al "Liberation day" di Trump del 2 aprile. Nel complesso, considerando l'andamento sostanzialmente piatto del mercato da inizio anno e l'assenza di problemi a livello di fondamentali, riteniamo che questo sia il momento ideale per trarre vantaggio dalla recente debolezza e investire a lungo termine in Giappone.
Strategie di investimento
Nel recente contesto di volatilità, abbiamo innalzato la qualità dei nostri portafogli e sfruttato le anomalie dei prezzi azionari. Nello specifico, la nostra ricerca sui titoli si è concentrata su tre aree: la ricerca di società resilienti, in grado di generare flussi di cassa stabili e regolari; l’individuazione di vincitori di lungo termine, ovvero quelle aziende che potrebbero andare incontro a qualche sfida nel breve termine, ma che a nostro giudizio presentano un forte potenziale a lungo termine, in particolare in aree come l'automazione e la spesa in conto capitale; l’esclusione delle società compromesse, evitando così i titoli o le aziende costose le cui filiere produttive sono esposte a dazi elevati. In generale, restiamo fedeli al nostro processo d'investimento, concentrandoci su società di alta qualità con prezzi interessanti al fine di preservare il valore del patrimonio dei clienti.
Prospettive future
Nel corso del 2025 le azioni giapponesi dovrebbero beneficiare di un forte sostegno strutturale proveniente dalla reflazione, che continua a sostenere un ciclo economico positivo, dalla corporate governance, che promuove un approccio più disciplinato alla gestione del capitale, e da una ripresa dell'attività di fusione e acquisizione (M&A), con il potenziale di generare ulteriore valore per gli investitori. Siamo altresì consapevoli della possibilità di un rallentamento della crescita globale, che resta oggi uno dei rischi principali per il Giappone; tuttavia, a seguito della recente debolezza le valutazioni sono diventate più allettanti, soprattutto sulla base del rapporto prezzo/valore contabile. Sul piano geopolitico, sono in corso le trattative sui dazi statunitensi e ci aspettiamo che questi colloqui diano esiti costruttivi visti gli strumenti negoziali di cui dispone il Giappone.
L'aspetto più importante è che la nostra tesi di lungo termine sul Giappone rimane al momento intatta: l'imprenditoria nipponica è andata incontro a una trasformazione, passando dal modello dominante negli anni '80, caratterizzato da una ricerca affannosa di quote di mercato, margini ridotti e investimenti elevati, a un approccio incentrato sui rendimenti e sull'efficienza del capitale. Tutto ciò mette il Giappone in una posizione di forza e in grado di beneficiare di uno slancio economico sostenuto nel prossimo decennio.