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Fonderie, il 2024 si è chiuso con un forte calo della produzione

 
Nel quarto trimestre del 2024 la variazione congiunturale della produzione (in tonnellate) delle fonderie italiane è nulla (+0%) rispetto al terzo trimestre, dopo due periodi in territorio negativo. I valori tendenziali si confermano negativi per il quarto periodo consecutivo e il -8,9% di calo sullo stesso trimestre del 2023 non segnala alcun punto di discontinuità, soprattutto se osservato contestualmente al dato congiunturale.


Quest’ultimo, infatti, rivela un quadro ancora molto complesso: nonostante il maggior numero di giorni lavorati rispetto al terzo trimestre, che includeva il mese di agosto in cui storicamente si concentrano le chiusure aziendali e le fermate per attività di manutenzione, la congiuntura resta piatta e non dà segni di ripresa.


Anche dal punto di vista del fatturato assistiamo a dinamiche simili, ma la flessione risulta ancora più marcata: fra il quarto e il terzo trimestre si perde un ulteriore -4,0% e anche la curva tendenziale segnala uno scostamento analogo a quello del trimestre precedente (-11,6%).


I dati che emergono dall’ultima indagine congiunturale del Centro Studi di Assofond – l’associazione di Confindustria che rappresenta le fonderie italiane – sul periodo ottobre-dicembre 2024 evidenziano dunque ancora una volta una dinamica di grande difficoltà per tutto il settore, che si trova stretto fra la morsa di un calo generale della domanda da un lato e una crescita dei prezzi alla produzione dall’altro, trainati dai significativi aumenti dell’energia.

 
«Ci troviamo in una situazione mai vista, con i prezzi dell’energia che vanno alle stelle mentre allo stesso tempo la domanda di mercato è in drastico calo sottolinea il presidente di Assofond Fabio Zanardi (nella foto). Nel 2022, all'apice della crisi energetica, avevamo una domanda solida e l'importante sostegno dei crediti d'imposta. Due fattori che, insieme, ci hanno permesso di superare i momenti di maggiore difficoltà. Oggi siamo in una situazione completamente diversa e non siamo ormai più in grado di sostenere il gap di competitività che ci separa dai principali competitor. È sempre più urgente intervenire a livello europeo per armonizzare i prezzi dell’energia e ridare fiato a tutta l’industria manifatturiera del continente, che se non si fa nulla continuerà a pagare dazio nei confronti degli Stati Uniti, della Cina, ma anche di Paesi ai confini dell’Europa, come la Turchia, che stanno guadagnando importanti quote di mercato»


Produzione e fatturato: dinamiche settoriali

Le fonderie di ghisa e di acciaio sono quelle che stanno soffrendo di più: la congiuntura è sostanzialmente nulla (-0,1%) e lo scostamento con la produzione del quarto trimestre 2023 è pari al -11,5%.

Le fonderie non ferrose compensano parzialmente il risultato generale: rispetto ai getti prodotti nel terzo trimestre si intravede il segno positivo (+0,3%) e si assottiglia contestualmente il negativo sul valore tendenziale (-1,6%)

La maggior parte delle fonderie che hanno risposto all’indagine (45,7%) indica un calo dei livelli produttivi. La principale motivazione di questo andamento è la riduzione della domanda di mercato (56,5%). Non mancano, inoltre, fonderie che indicano interruzioni volontarie (4,3%). Il fatto che un numero considerevole di aziende (40%) indichi invece un aumento della produzione, si spiega facilmente con il maggior numero di giorni lavorati rispetto al trimestre precedente: ben il 70,6% delle aziende che hanno registrato una congiuntura positiva, infatti, motiva in questo modo il risultato ottenuto.

Il fatturato risulta in calo sul trimestre precedente in entrambi i comparti: per le fonderie ferrose si arriva al -4,6% e per le non ferrose la flessione è pari al -2,3%. Anche il tendenziale è negativo in entrambi i casi: sul comparto ferroso (-12,7%) si osserva una dinamica recessiva in lieve miglioramento, ma solo per effetti contingenti al trimestre, vista l'ulteriore perdita congiunturale; fra le fonderie non ferrose, invece, si assiste a un peggioramento piuttosto marcato che ha avuto inizio dopo il secondo trimestre e che segna il negativo peggiore in questa ultima rilevazione (-8,9%).

Il calo congiunturale del fatturato interessa la maggioranza assoluta delle fonderie del campione (57,1%), e viene motivato dalla stragrande maggioranza delle aziende (81%) con la riduzione delle quantità spedite.


Clima di fiducia

Nel mese di dicembre l'indice Act, che misura il sentiment generale del settore sul periodo di riferimento, si colloca, a 42,3 punti. Il dato è in linea con quello del mese precedente, e restituisce dunque una valutazione negativa, come del resto accaduto in tutti gli ultimi sei mesi, durante i quali le fonderie non hanno mai assunto un giudizio positivo: l'indice non è infatti mai stato al di sopra dei 50 punti. Anche l'indice Six, che misura le attese delle imprese per i sei mesi successivi, rimane al di sotto della soglia di sufficienza (48,1 punti) ma risulta in crescita rispetto alla rilevazione di novembre.

 
Mercato del lavoro

L’indagine condotta dal Centro Studi Assofond mappa con cadenza semestrale anche l’andamento del mercato del lavoro nel settore. Nel secondo semestre del 2024 la maggioranza assoluta delle fonderie (68,6%) ha cercato nuovo personale. I profili più ricercati sono operai specializzati, indicati nel 60,6% delle risposte, seguiti da operai non specializzati (27,3%) e dagli impiegati (9,1%). Le selezioni effettuate, tuttavia, restituiscono una soddisfazione parziale da parte delle aziende (58,3% delle risposte); solo nel 25% dei casi l’esito della ricerca di personale è stato giudicato pienamente positivo.
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