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Fiducia in dicembre: generale miglioramento_Commento di ING

di Paolo Pizzoli, Senior Economist di ING
 
Fiducia in dicembre: generale miglioramento_Commento di ING
Torna a salire la fiducia dei consumatori

Dopo un chiaro arretramento in novembre, la fiducia dei consumatori torna a salire in dicembre, e rientra in linea con la media dell’anno. I consumatori segnalano un miglioramento della situazione economica della famiglia e del bilancio famigliare. Diminuiscono nuovamente le attese sulla disoccupazione futura e migliora in modo deciso l’indicatore relativo all’opportunità attuale all’acquisto di beni durevoli. Si tratta di una combinazione di fattori in linea di principio favorevole ad un recupero dei consumi, la componente di domanda che nel corso del 2025 si è rivelata meno dinamica rispetto alle attese. La resilienza dell’occupazione continua ad essere un fattore favorevole, ma il recupero ancora incompleto del potere d’acquisto da parte delle famiglie deve indurre alla prudenza delle valutazioni sulla dinamica dei consumi. Almeno nel breve termine lo scenario più probabile resta quello di una loro crescita molto graduale.

Sale ancora quella delle imprese, ma in modo non omogeneo

La fiducia delle imprese segnala un progresso significativo dell’indice aggregato, che registra in dicembre il livello più alto da marzo 2024, trascinato fondamentalmente da un forte progresso della fiducia nel comparto dei servizi che compensa abbondantemente l’arretramento nel comparto dell’industria.

Forte aumento della fiducia dei servizi, trainata dal comparto del turismo

Sul fronte dei servizi migliorano decisamente le valutazioni sugli ordini e sull’andamento degli affari. A guidare il miglioramento della fiducia nei servizi è il comparto turistico, dove l’indicatore torna ai livelli di marzo 2024, forse alimentato dalla domanda legata agli imminenti giochi olimpici invernali Milano-Cortina. Fattore questo che potrebbe spiegare anche parte del buon recupero della fiducia nel settore di informazione e comunicazione. Buono comunque anche il progresso della fiducia fra chi fornisce servizi alle imprese.

Un piccolo passo indietro per il manifatturiero...

Meno brillante il quadro sul fronte dell’industria. La fiducia arretra leggermente nell’industria manifatturiera, consolidandosi comunque su livelli superiori a quelli prevalenti nel terzo trimestre. Tiene meglio per beni di consumo e beni intermedi, perde relativamente più terreno per i beni strumentali. L’uscita dalla lunga stagnazione si conferma un processo piuttosto lungo, certamente non favorito dagli effetti diretti ed indiretti dei dazi americani sui flussi di esportazioni di beni. Per il momento manca una spinta domestica che possa compensare, nel corso dei prossimi mesi dovrebbe emergere un incremento di domanda estera legata all’implementazione del programma di investimenti infrastrutturali e di spesa in difesa varato dalla Germania.

...e per il settore delle costruzioni, anche nel comparto infrastrutturale

In dicembre la fiducia è scesa però anche nel settore delle costruzioni. Se il calo della fiducia fra i costruttori di edifici è ben spiegabile con il progressivo aggiustamento dell’attività al venir meno del superbonus, quello registrato nel comparto dell’ingegneria civile, particolarmente marcato, desta qualche preoccupazione. E’ qui, infatti, che si concentrano le attività legate alla messa a terra degli investimenti finanziati dal PNRR. Un calo della fiducia proprio quando ci si avvicina alla scadenza del programma, prevista in agosto 2026, merita attenzione.

Dati ancora coerenti con una lieve crescita del PIL nel quarto trimestre

Nel loro complesso, i dati della fiducia di dicembre continuano a supportare l’idea che nel quarto trimestre sia in atto una fase di ripresa molto graduale per l’economia italiana. Dal lato dell’offerta questa sembra ancora rimanere sulle spalle del comparto dei servizi. Dal lato della domanda, questo potrebbe tradursi in temporaneo riequilibrio fra consumi e investimenti, favorito dalle imminenti olimpiadi invernali Milano-Cortina. Confermiamo la nostra previsione di una crescita del PIL italiano dello 0.6% nel 2025 e dello 0.8% nel 2026.


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