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Federcontribuenti, stato coercitivo con i cittadini, tollerante con se stesso

 
"Con la scadenza ormai alle porte, lo Stato chiede ai contribuenti di sanare prontamente le proprie posizioni fiscali attraverso un concordato che, sotto l’apparenza di una scelta volontaria, impone una scelta obbligata e stringente. Nel frattempo, lo stesso Stato sembra ben lontano dall'onorare i propri impegni verso l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale (INPS), accumulando un debito di oltre 60 miliardi di euro per contributi riguardanti TFR e TFS non versati". A lanciare l’allarme è Federcontribuenti, che denuncia l’iniquità di trattamento nei confronti dei cittadini contribuenti a fronte dell'obbligo imminente di adesione al concordato preventivo biennale. "In una situazione che sembra sfuggire a ogni logica di equità, evidenzia l’associazione, lo Stato si rivela inflessibile con i contribuenti e allo stesso tempo indulgente con sé stesso. Mentre il concordato preventivo impone un impegno pressante ai cittadini, con scadenze perentorie e il rischio di sanzioni, il debito accumulato dalla Pubblica Amministrazione nei confronti dell’INPS cresce senza che venga implementato alcun piano di rientro effettivo". Federcontribuenti trova inaccettabile che si chieda ai cittadini puntualità e rigore nel saldo dei propri debiti quando la Pubblica Amministrazione non applica la stessa disciplina al proprio operato. Del resto, il debito della PA nei confronti dell’INPS rappresenta un problema ben radicato: si stima che ammonti a circa 60,06 miliardi di euro. "Un saldo negativo, che è il risultato di anni di mancate coperture per contributi figurativi e previdenziali - spiega Federcontribuenti - omessi dal governo per assicurare fondi destinati a pensioni integrative e ammortizzatori sociali specifici. Una situazione che ora grava sulle casse dell’INPS, lasciando l’Istituto a coprire provvisoriamente i costi con risorse che invece sarebbero destinate ai lavoratori e ai pensionati. «Ci troviamo di fronte a un sistema ingiusto e a un chiaro esempio di squilibrio nei rapporti tra Stato e cittadini - afferma  Marco Paccagnella presidente di Federcontribuenti - Da una parte lo Stato pretende puntualità e rigore nei pagamenti dai contribuenti, dall'altra si dimostra incapace di rispettare le stesse regole che impone agli altri". Federcontribuenti evidenzia infine come questa situazione "crei una profonda disparità tra i cittadini, costretti a pagare puntualmente, e lo Stato che può permettersi di rimandare all’infinito il pagamento dei propri debiti. Un cittadino che non rispetta le scadenze fiscali è soggetto a sanzioni, mentre la Pubblica Amministrazione può permettersi anni di inadempimento senza alcuna conseguenza". 
 
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