Eni conferma la resilienza del suo modello di business con risultati solidi nel secondo trimestre 2025, nonostante uno scenario globale segnato da prezzi delle commodity in calo e da un cambio EUR/USD sfavorevole. Il gruppo guidato da Claudio Descalzi (nella foto) ha chiuso il periodo con un utile netto adjusted di 1,13 miliardi di euro e un EBIT proforma adjusted di 2,68 miliardi, mantenendo la rotta verso una transizione energetica redditizia e sostenibile.
Grazie alla flessibilità del portafoglio e a una disciplina finanziaria rigorosa, Eni ha rivisto al rialzo la generazione di cassa attesa per il 2025, portandola a 11,5 miliardi di euro (+0,5 mld rispetto alla previsione precedente). Le iniziative di cassa, tra cui la valorizzazione di asset come Plenitude e Enilive, contribuiranno a generare fino a 3 miliardi di euro.
Confermato anche l’impegno verso gli azionisti: dividendo in aumento del 5% a 1,05 €/azione e programma di buy-back da almeno 1,5 miliardi. La prima tranche da 0,26 €/azione sarà distribuita il 24 settembre 2025.
Nel secondo trimestre, la produzione di idrocarburi si è attestata a 1,67 milioni di boe/giorno, in lieve calo su base annua (-3%), ma in crescita su base sequenziale (+1,3%), grazie all’avvio di nuovi progetti in Costa d’Avorio, Indonesia e Mare del Nord.
Nel segmento gas e GNL, Eni ha consolidato la sua leadership con importanti accordi: dalla joint venture con Petronas in Asia (500.000 boe/giorno attesi), fino al progetto Argentina LNG da 12 milioni di tonnellate/anno. Da segnalare anche la prima fornitura a lungo termine di GNL dagli Stati Uniti, siglata con Venture Global.
Nel semestre, Enilive ha generato un EBITDA proforma adjusted di 381 milioni di euro, con segnali di ripresa nei margini della bioraffinazione, mentre Plenitude ha portato la capacità rinnovabile installata a 4,5 GW (+45% su base annua). La produzione green ha raggiunto 2,7 TWh e i punti di ricarica per veicoli elettrici sono saliti a 21.800.
L’accordo per la cessione del 20% di Plenitude al fondo Ares (enterprise value >12 miliardi €) e la nuova JV con GIP per la CCUS confermano la strategia Eni di attrarre capitali esterni per finanziare la transizione.
Eni continua a investire nella decarbonizzazione e innovazione, con sviluppi chiave come:
L’avvio del progetto Liverpool Bay CCS nel Regno Unito;
Il primo impianto di estrazione di olio vegetale in Congo per le bioraffinerie Enilive;
L’accordo con Khazna Data Centers per sviluppare un AI Data Center Campus da 500 MW in Lombardia
Il segmento raffinazione ha raggiunto il pareggio operativo nel secondo trimestre, mentre la chimica, pur registrando una perdita di 184 milioni, mostra i primi effetti positivi del piano di ristrutturazione di Versalis.