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Energia, Federcontribuenti: italiani alla canna del gas

 
Energia, Federcontribuenti: italiani alla canna del gas
"Le parole del presidente di Confindustria Emanuele Orsini, pronunciate durante l’assemblea annuale di Bologna, sono gravi, puntuali e veritiere. Eppure, per milioni di cittadini italiani non sono una novità: il “dramma quotidiano” del caro energia lo vivono sulla pelle da anni'. Più che un allarme, è un grido di dolore che Federcontribuenti rilancia da tempo, e che ora, finalmente, anche i vertici industriali sembrano non poter più ignorare. È insostenibile per le imprese, certo. Ma è disumano per le famiglie. È l’usura dell’energia. È la povertà energetica che entra nelle case e spegne le luci – non solo quelle delle stanze, ma anche quelle della dignità. È l’incubo della bolletta che diventa minaccia, scadenza che punisce, macigno che schiaccia. È la canna del gas, in senso quasi letterale. Non si può più fare finta di nulla. Non si può continuare a invocare “piani straordinari” e poi lasciare i cittadini ordinari a cavarsela da soli. Perché, sottolinea l’associazione, dietro ogni kilowatt a prezzo gonfiato c’è un pensionato che rinuncia al riscaldamento, una madre che spegne la caldaia per pagare l’affitto, un lavoratore che non riesce a far quadrare i conti, un commerciante che chiude la saracinesca per sempre.

“Condividiamo pienamente – e lo diciamo senza ironia – le parole della premier Giorgia Meloni, che ha parlato di “macigno sulla competitività delle imprese” e della necessità di “disaccoppiare il prezzo del gas da quello delle rinnovabili”. Ma siamo stanchi degli appelli: servono azioni, ora. Basta promesse, basta convegni, basta rimpalli di responsabilità tra governo e opposizioni. Il tempo è scaduto”, è il grido di Federcontribuenti: “Siamo al collasso”.

Quanto al “ritorno al nucleare” evocato da Orsini è un tema serio, che merita discussione e progettualità. Ma attenzione, sottolinea l’associazione: qui ed ora non servono centrali da costruire in vent’anni. Servono interventi urgenti, immediati, per ridare fiato a un Paese che rischia di soffocare nella morsa delle sue bollette.  Urge un piano nazionale contro la povertà energetica, con misure strutturali e non elemosine temporanee. Non è solo un problema industriale. È una questione di sopravvivenza civile. È la differenza tra vivere e tirare avanti. “Lo abbiamo detto, lo ripetiamo con forza: l’energia è un diritto, non un lusso. E in uno Stato che si definisce moderno e democratico, nessuno dovrebbe dover scegliere tra pagare una bolletta e mettere un pasto a tavola”, conclude Federcontribuenti.

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