Il primo anno dell’educazione finanziaria nelle scuole italiane si chiude con un bilancio positivo, ma con margini di miglioramento. Secondo una ricerca promossa da Alleanza Assicurazioni – compagnia del Gruppo Generali – insieme ad AIEF (Associazione Italiana Educatori Finanziari) e presentata alla Camera dei Deputati, metà degli istituti scolastici ha già avviato percorsi di alfabetizzazione finanziaria, riscuotendo l’apprezzamento di famiglie, insegnanti e studenti.
La nuova disciplina, introdotta con una legge dedicata nel 2024, è stata accolta con favore: il 98% degli studenti coinvolti ha partecipato attivamente alle lezioni, mentre 8 genitori su 10 ne valutano positivamente l’impatto. Tuttavia, solo il 60% dei docenti conosce bene le implicazioni della norma e 4 su 10 lamentano la carenza di formazione e materiali didattici adeguati.
Il programma “Edufin a scuola”, realizzato da AIEF in collaborazione con Alleanza, punta a coinvolgere entro la fine del 2025 ben 250 istituti tra scuole medie e superiori. I risultati parlano chiaro: quando il percorso è supportato da esperti esterni, il 90% degli insegnanti si dichiara soddisfatto dei contenuti e 6 su 10 auspicano il coinvolgimento stabile del settore finanziario nella didattica.
L’introduzione dell’educazione finanziaria sta contribuendo a cambiare anche le dinamiche familiari: l’88% dei genitori afferma che i figli mostrano maggiore interesse per temi economici dopo le lezioni. E se solo il 23% delle famiglie affronta spesso questi argomenti in casa, ora cresce l’aspettativa nei confronti della scuola come guida in un campo considerato sempre più cruciale per la vita quotidiana.
Le priorità indicate dai genitori sono emblematiche: il 57% vuole che i figli imparino a difendersi dalle truffe, il 53% desidera che gestiscano con più consapevolezza il denaro personale e il 35% considera essenziale capire come funziona il sistema economico. Per i ragazzi delle superiori emergono anche richieste più avanzate, come la comprensione dei rischi finanziari e degli strumenti di investimento.
L’urgenza di intervenire è confermata anche dai dati dell’Edufin Index 2024, che segnala una fragilità diffusa nella fascia 18-24 anni, con un punteggio medio di alfabetizzazione finanziaria pari a 50 su 100 (dove la sufficienza è 60). Una fragilità che l’attuale sistema familiare non riesce a colmare da solo, e che la scuola può affrontare con un’offerta più strutturata.
“L’educazione finanziaria a scuola è uno strumento fondamentale per ridurre le disuguaglianze e formare cittadini consapevoli”, ha dichiarato Davide Passero (nella foto), CEO di Alleanza Assicurazioni. “Serve un’azione corale per rendere omogenea l’attuazione della normativa”.
Dello stesso avviso Nunzio Lella (nella foto in basso), presidente AIEF, che sottolinea il ruolo strategico degli educatori finanziari come “diramazioni operative delle istituzioni” per supportare i docenti. L’obiettivo condiviso? Raggiungere tutti gli istituti scolastici italiani.

Anche il senatore Dario Damiani, relatore del DDL Capitali, ha ribadito l’importanza dell’alfabetizzazione economica come competenza essenziale per le nuove generazioni, chiamate sempre più spesso a compiere scelte complesse in giovane età.
Il primo anno si chiude dunque con segnali incoraggianti. Ma per trasformare questa innovazione in un vero pilastro educativo servono continuità normativa, formazione mirata per i docenti e strumenti didattici accessibili in tutte le scuole. Perché l’educazione finanziaria non sia più una materia “extra”, ma un diritto di cittadinanza.