Economia

Economia italiana a settembre 2025 tra crescita debole e inflazione contenuta

di Redazione
 
Economia italiana a settembre 2025 tra crescita debole e inflazione contenuta
L’economia italiana prosegue il suo percorso di rallentamento, con una crescita modesta e un quadro complessivamente fragile. Secondo il rapporto “L’economia italiana in breve – settembre 2025” della Banca d’Italia, il secondo trimestre dell’anno ha registrato una contrazione del PIL pari a -0,1%, dopo il +0,3% del primo trimestre. Il calo riflette la debolezza dei consumi privati e della domanda estera, mentre gli investimenti fissi lordi hanno mantenuto un ritmo positivo (+1% nel periodo).

La domanda interna rimane un punto di incertezza con la spesa delle famiglie che è ferma, penalizzata dal calo del reddito reale e da un clima di fiducia ancora debole. La propensione al risparmio si mantiene alta, segnale di prudenza che limita la spinta dei consumi. Sul fronte estero, l’export ha segnato una contrazione dell’1,7% nel trimestre, contro una modesta crescita delle importazioni (+0,4%), determinando un saldo meno favorevole rispetto al 2024.

Il mercato del lavoro continua a mostrare una tenuta relativa, l’occupazione resta sopra i 23 milioni di unità e il tasso di partecipazione è stabile, ma le dinamiche salariali non hanno recuperato pienamente il potere d’acquisto eroso dall’inflazione degli ultimi anni.

Sul fronte dei prezzi, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo ha registrato un incremento dell’1,7% ad agosto 2025 su base annua, con una componente di fondo stabile al 2%. L’inflazione, dunque, appare sotto controllo e inferiore al picco raggiunto tra il 2022 e il 2023, pur restando superiore all’1% che aveva caratterizzato gran parte del 2024.

Dal lato della finanza pubblica, il rapporto evidenzia un deficit al 3,3% del PIL per l’anno in corso, in linea con le previsioni del Documento di Finanza Pubblica, e un debito pubblico che si colloca al 136,6% del PIL, in crescita rispetto al 2024 (135,3%). Il confronto europeo mostra l’Italia in una posizione più critica rispetto a Germania e Spagna, che mantengono livelli di indebitamento sensibilmente più bassi.

Le previsioni macroeconomiche aggiornate dagli organismi internazionali indicano una crescita per l’Italia attorno allo 0,6% nel 2025, con una progressiva ma lenta ripresa nel biennio successivo (0,8% nel 2026 e 0,7% nel 2027). L’inflazione dovrebbe attestarsi mediamente all’1,5% nel triennio, restando quindi vicina all’obiettivo della BCE.
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