Economia

Dazi Usa, stangata del 107%, rischio colpo mortale per la pasta italiana

di Redazione
 
Dazi Usa, stangata del 107%, rischio colpo mortale per la pasta italiana
La pasta italiana finisce nel mirino dei dazi americani. Il Dipartimento del Commercio Usa ha deciso di imporre un nuovo dazio del 91,74% che, sommato al 15% già in vigore, porta l’imposizione complessiva a quasi il 107%. Una decisione che ha fatto scattare l’allarme tra produttori, istituzioni e associazioni di categoria, preoccupati per le ricadute su uno dei settori simbolo del Made in Italy.

"Si tratta di una forzatura in un momento particolarmente delicato, che avvantaggerà chi produce pasta negli Stati Uniti e danneggerà chi esporta dall’Italia", ha dichiarato all’ANSA Luigi Scordamaglia, amministratore delegato di Filiera Italia. Positiva, ha aggiunto, "l’immediata reazione dei ministeri degli Esteri e dell’Agricoltura, che si sono attivati per reagire a questa decisione".

Sul tema è intervenuto anche il presidente del Veneto, Luca Zaia, che ha sottolineato come i nuovi dazi imposti dall’amministrazione Trump rischino di compromettere gli equilibri raggiunti negli ultimi anni: "Molto spesso queste indagini sono raffazzonate, ma i dazi restano sempre un problema. Avevamo conquistato stabilità sui mercati internazionali, ora ci troviamo davanti a una novità che può ribaltare tutto".

Secondo Coldiretti, l’impatto sui consumatori americani sarebbe immediato, il costo di un piatto di pasta raddoppierebbe, spingendo le famiglie verso prodotti “Italian sounding”, ovvero imitazioni prive di qualità ma camuffate da italiane. Una deriva che, oltre a ingannare i consumatori, minerebbe il lavoro e gli investimenti di un’intera filiera.

Nel 2024 l’export di pasta verso gli Stati Uniti ha raggiunto un valore di 671 milioni di euro, confermandosi un mercato strategico per l’Italia. Con dazi di questa entità, però, lo sbocco americano rischierebbe di essere praticamente azzerato, cancellando anni di crescita e lasciando spazio alla produzione interna statunitense.

Ettore Prandini (nella foto), presidente della Coldiretti, ha lanciato un appello al Governo e alle istituzioni europee: "È uno scenario da scongiurare. Serve l’azione dei Ministri Lollobrigida e Tajani insieme all’ICE per difendere e valorizzare la pasta, che rappresenta un’eccellenza simbolo del nostro Paese. Le accuse americane di dumping sono inaccettabili e strumentali a spostare le produzioni negli Usa. Non possiamo svendere la nostra identità agroalimentare".

Il ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida in visita negli Stati Uniti ha commentato: "Negli Stati Uniti con l'ambasciatore Marco Peronaci facciamo il punto sulle azioni a tutela del nostro export. Seguiamo con attenzione i dossier legati alla presunta azione anti dumping che farebbe scattare un meccanismo iper protezionista verso i nostri produttori di pasta del quale non vediamo nè la necessità nè alcuna giustificazione. Il Governo e i nostri diplomatici sono in contatto costante con gli uffici governativi statunitensi per affrontare questo ed altri dossier - vino, pecorino romano, olio extravergine - utili a garantire rapporti commerciali floridi e sempre più proficui".

La pasta non è soltanto un bene economico, ma un elemento culturale e identitario, al centro della dieta mediterranea riconosciuta dall’UNESCO come patrimonio immateriale dell’umanità. Difenderla significa proteggere la qualità, il lavoro e la reputazione di un settore che rende l’Italia unica nel mondo. La partita si gioca ora nei tavoli diplomatici, dove il Governo italiano e l’Unione Europea sono chiamati a far valere il peso delle proprie ragioni per evitare che la pasta diventi vittima di una guerra commerciale che rischia di azzerarne l’export oltreoceano.

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