Ambiente & Sostenibilità

Data center Italia motore della transizione digitale e della crescita sostenibile

di Redazione
 
Data center Italia motore della transizione digitale e della crescita sostenibile
La crescita dei data center in Italia si conferma una leva strategica per la competitività del Paese. Al Forum Ambrosetti di Cernobbio è stato presentato il Position Paper “L’Italia dei data center. Energia, efficienza, sostenibilità per la transizione digitale”, realizzato da TEHA Group in collaborazione con A2A, che evidenzia il ruolo chiave di queste infrastrutture nell’era del cloud computing, dell’Internet of Things e dell’intelligenza artificiale.

Con 168 data center, l’Italia occupa il 13° posto al mondo, ma si distingue per la concentrazione in Lombardia: Milano ospita il 46% della potenza nazionale, superando città come Madrid e Zurigo e posizionandosi come hub europeo emergente. Secondo le stime, lo sviluppo del settore potrebbe incidere dal 6% al 15% sulla crescita del PIL entro il 2035 e generare fino a 150.000 posti di lavoro tra diretti e indiretti, rafforzando la competitività digitale ed economica del Paese.

Il tema centrale è l’efficienza energetica dei data center. Se da un lato si stima che al 2035 possano arrivare a consumare fino al 13% della domanda elettrica nazionale, dall’altro le soluzioni individuate dallo studio aprono la strada a un modello virtuoso di crescita sostenibile. Quattro le leve strategiche: recupero del calore per il teleriscaldamento, utilizzo di aree brownfield, contratti PPA per rinnovabili e valorizzazione dei RAEE. L’adozione integrata permetterebbe di evitare 5,7 milioni di tonnellate di CO₂ l’anno, con un beneficio economico stimato in 1,7 miliardi di euro.

Esempi concreti sono già realtà: a Brescia un data center contribuisce al teleriscaldamento di 1.350 appartamenti, mentre dal 2026 il progetto Avalon 3 a Milano immetterà oltre 15 GWh di energia termica all’anno nelle reti urbane. Una dimostrazione di come gli hub digitali possano diventare protagonisti della transizione ecologica e della rigenerazione urbana.

La data economy italiana, pari a 60,6 miliardi di euro nel 2024 (2,8% del PIL), potrebbe superare i 200 miliardi entro il 2030 se l’Italia saprà allinearsi ai Paesi più avanzati. Una sfida che intreccia innovazione tecnologica, sostenibilità ambientale ed energia pulita. I data center non sono più soltanto infrastrutture energivore: possono diventare i pilastri di una crescita economica sostenibile, contribuendo a fare dell’Italia un attore centrale nella nuova economia digitale globale.

“I numeri individuati dal report indicano che lo sviluppo dei data center in Italia potrebbe contribuire alla crescita del PIL nazionale al 2035 del 6% - con la creazione di 77 mila posti di lavoro - fino ad arrivare, in uno scenario full potential, al 15% con 150 mila nuovi occupati. Si tratta di un’occasione unica per un Paese che vuole rafforzare la propria competitivitd digitale ed economica - ha dichiarato Renato Mazzoncini, Amministratore Delegato di A2A -. Queste infrastrutture impatteranno considerevolmente sulla richiesta di energia ma, grazie alle nuove centrali termoelettriche a ciclo combinato di ultima generazione realizzate per garantire stabilita alla rete e alla forte crescita delle rinnovabili, il mix energetico italiano è gia oggi in grado di sostenere la produzione necessaria. La vera svolta è pero che questi hub digitali, se ben integrati, possono anche dare un valido contributo alla decarbonizzazione delle citta: recuperando il calore generato è possibile fornire energia termica a oltre 800mila famiglie grazie alle reti di teleriscaldamento, come gia facciamo a Brescia e come presto faremo a Milano. Vogliamo contribuire a creare un modello di innovazione e sostenibilita, attraverso una simbiosi mutualistica tra i player che sviluppano data center e gli operatori del nostro ambito industriale per vincere la sfida del digitale, ormai inarrestabile”.
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