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Crypto sospese fra record e crolli storici

di Roberto Rossignoli, Senior Portfolio Manager di Moneyfarm
 
Crypto sospese fra record e crolli storici
Nelle scorse settimane, il mercato delle criptovalute ha prima vissuto un rally euforico, durante il quale Bitcoin ha toccato un nuovo massimo storico di 126.270 dollari e la capitalizzazione complessiva del settore si è spinta fino a sfiorare i 4,4 trilioni di dollari, per poi inaugurare un periodo di forti contrasti. Le dichiarazioni del presidente Trump circa l’introduzione di tariffe del 100% sulle importazioni di software critici dalla Cina hanno infatti innescato la più grande ondata di liquidazioni nella storia degli asset digitali, cancellando circa 20 miliardi di dollari in posizioni a leva.

Un crollo aggravato da una serie di guasti sistemici nelle infrastrutture dei mercati crypto, tra cui il blocco del motore di trading su Binance, che hanno pressoché annullato i guadagni accumulati nel corso del 2025: Bitcoin ha chiuso ottobre in calo del 4%, mentre Ethereum ha perso l’8%. I settori più rischiosi sono stati decimati, con l’indice MarketVector Decentralized Finance Leaders che è crollato del 21,84% e il Meme Coin Index del 18,24%. Binance Coin (BNB) ha registrato una performance positiva, ma contraddistinta da una volatilità estrema, con una rapida successione di rialzi e ribassi del ±15% circa.

La correlazione delle crypto con i principali fattori macroeconomici resta debole. Il legame di Bitcoin con asset tradizionali come l’oro o con la politica monetaria statunitense non risulta significativo; a richiamare l’attenzione degli investitori e dei trader sono soprattutto le oscillazioni causate dai cambi di direzione dell’esecutivo americano.

Sul fronte macroeconomico, la sospensione temporanea delle attività del governo federale statunitense, impedendo l’accesso a molti indicatori economici, ha contribuito ad alimentare un clima di prudenza, mentre dai dati alternativi emerge un quadro di debolezza del mercato del lavoro e di rallentamento dell’attività economica. Lo shutdown, che, secondo la narrativa della “protezione contro la svalutazione”, avrebbe dovuto rappresentare lo scenario ideale per Bitcoin, è stato decisamente oscurato dalla brusca flessione seguita agli annunci di Trump. Anche l’ultima riunione della Federal Reserve è stata percepita come tendenzialmente negativa per gli asset rischiosi, sebbene la fine del Quantitative Tightening sia stata accolta con cauto ottimismo.

Sul fronte micro dei dati “on-chain” – quelli registrati direttamente sulla blockchain e utili per analizzare i movimenti reali degli investitori – continua il braccio di ferro, con molti analisti che attribuiscono il crollo a posizionamenti di breve periodo e a chiusure di derivati, più che a cambiamenti fondamentali. Resta valida, invece, la narrativa del “supply squeeze”, cioè la riduzione della quantità di Bitcoin disponibili sul mercato nel lungo periodo. Le riserve totali di BTC sugli exchange centralizzati sono infatti scese ai minimi pluriennali, pari a 2,4 milioni di unità, segnale del fatto che molti investitori stanno accumulando valuta invece di vendere.

D’altra parte, i dati della piattaforma di analisi on-chain Glassnode mostrano una “distribuzione costante dei detentori di lungo periodo (LTH)”, che dal mese di luglio “vendono sulla debolezza” e hanno ridotto le proprie riserve di circa 300.000 BTC, sintomo di una minore convinzione tra gli investitori più esperti. Considerando i flussi in ingresso negli ETP istituzionali, le vendite dei LTH e il calo delle riserve sugli exchange, è probabile che le monete stiano passando dalle piattaforme di scambio ai custodi e ai market maker. Una transizione che riflette la crescente istituzionalizzazione del mercato, con l’ecosistema degli ETP destinato a favorire l’integrazione con la finanza tradizionale.

Infine, dal punto di vista normativo, nelle ultime settimane gli Stati Uniti hanno assistito a una decisa svolta pro-industria, con la nomina di Michael Selig alla guida della Commodity Futures Trading Commission, il lancio del “Project Crypto” da parte della SEC, che mira a istituire un impianto regolatorio adeguato e a porre fine alle dispute di competenza in materia di criptovalute, e l’avvio dei lavori per la redazione di un disegno di legge sulla struttura del mercato delle crypto da parte del Senato. Da sottolineare anche l’autorizzazione da parte del Tesoro e dell’IRS per il blocco temporaneo (cd staking) degli asset sottostanti da parte degli ETP crypto e il successivo trasferimento di tali ricompense agli investitori, con l’obiettivo di contribuire alla sicurezza della rete e di eliminare uno svantaggio competitivo rispetto all’Europa, dove questa pratica è già consentita. 
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