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Credito d’imposta 4.0: Confimi Industria "serve rifinanziamento e sistema unico per incentivi"

 
Credito d’imposta 4.0: Confimi Industria 'serve rifinanziamento e sistema unico per incentivi'
Le imprese sono ancora una volta bloccate dalla burocrazia. E soprattutto, restano a mani vuote.

I continui cambi di moduli e procedure stanno creando enormi disagi. L’ultima criticità riguarda il credito d’imposta 4.0: dopo le modifiche introdotte nella primavera 2024, che hanno imposto nuovi modelli per “prenotare” e poi “confermare” gli investimenti in beni 4.0, ora arrivano nuove complicazioni legate allo stanziamento di 2,2 miliardi previsto dalla Legge di bilancio 2025.

Nel giro di meno di un mese sono stati pubblicati due decreti e tre nuovi modelli di comunicazione per accedere ai fondi riservati agli investimenti 2025 non prenotati con pagamento di acconto del 20% entro il 31 dicembre 2024. Peccato che il tetto dei fondi risulti già esaurito, come comunicato dal MIMIT e dal GSE il 18 giugno scorso.Il paradosso? Molte imprese che avevano già prenotato o completato gli investimenti con i vecchi modelli 2024 devono ora inviare le nuove comunicazioni entro il 17 luglio per conservare la priorità acquisita.  Che i 2,2 miliardi stanziati fossero insufficienti, era chiaro da tempo.

Il 17 giugno, con qualche problema tecnico nella pubblicazione dei modelli aggiornati, si è assistito a una vera e propria corsa all’invio delle nuove richieste. Tutto questo, dopo che il DM del 16 giugno ha modificato quello del 15 maggio, pubblicato solo 31 giorni prima.Intanto, il Credito d’imposta 5.0 è praticamente fermo: a fronte di uno stanziamento di 6,2 miliardi, sono state prenotate risorse per 1,1 miliardi, ma solo 75 milioni risultano effettivamente utilizzati. Un flop dovuto alla complessità eccessiva delle regole e delle procedure.

Secondo Flavio Lorenzin (nella foto), vicepresidente di Confimi Industria con delega alla Semplificazione, "è chiaro che le risorse devono essere concentrate sul 4.0, che è l’unico strumento che, pur tra mille difficoltà, sta funzionando".

"E comprendiamo la necessità di tenere sotto controllo i conti pubblici", prosegue Lorenzin, "ma non si può andare avanti con procedure improvvisate e in continua emergenza. È il momento di introdurre un vero ‘cassetto unico’ per gli incentivi alle imprese, così come previsto dal nuovo Codice degli aiuti (Legge n. 160/2023), per gestire in modo semplice, chiaro e centralizzato tutte le fasi: dalla domanda all’istruttoria, fino all’erogazione e al controllo".

Confimi Industria del resto lo chiede da tempo: "basta soluzioni temporanee e scoraggianti. Servono strumenti stabili, trasparenti e davvero utili alle imprese. La situazione è critica. Le aziende devono essere supportate con serietà e concretezza".
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