Economia

Confindustria, Orsini: “Tagliare l’Irpef non basta, servono 8 miliardi per un piano industriale”

di Redazione
 
Confindustria, Orsini: “Tagliare l’Irpef non basta, servono 8 miliardi per un piano industriale”
Il dibattito politico sulla prossima legge di bilancio si accende, ma per Confindustria la strada maestra non passa dal semplice taglio dell’Irpef. “Non è intervenendo sull’aliquota del ceto medio che si garantisce la crescita”, ha dichiarato il presidente Emanuele Orsini davanti agli industriali emiliani. La priorità, secondo il numero uno di viale dell’Astronomia, è spingere la produttività e “mettere al centro l’industria”, con un piano straordinario da 8 miliardi di euro l’anno.

L’obiettivo è chiaro: creare ricchezza e redistribuirla in modo sostenibile, attraverso imprese capaci di produrre di più, guadagnare di più e distribuire di più. I salari, ha spiegato Orsini, non aumentano con un intervento una tantum sull’Irpef, ma con contratti di produttività e politiche industriali strutturate.

Il presidente di Confindustria ha inoltre richiamato l’attenzione sull’Europa, invocando l’attivazione degli Eurobond, ma le priorità immediate restano nazionali: l’emergenza energetica e la necessità di un decreto sul disaccoppiamento, ancora atteso in Consiglio dei ministri. A fine anno scadranno inoltre tutti i principali incentivi all’industria, dal piano Transizione 4.0 e 5.0 (6,3 miliardi di risorse) alla Zes Unica per il Mezzogiorno, fino ai crediti di imposta per innovazione tecnologica, green e design.

Gli industriali chiedono stabilità e continuità, con un piano triennale che comprenda incentivi “6.0”, il ritorno dell’Ace e un’Ires premiale più snella. Le risorse non vanno considerate spesa a fondo perduto, sottolinea Orsini: gli investimenti generano gettito Iva, maggiori entrate fiscali e nuove assunzioni.

Dal governo arrivano segnali di apertura. Il viceministro delle Finanze Maurizio Leo ha già confermato l’impegno sulla stabilizzazione dell’Ires, mentre il ministro del Mimit Adolfo Urso ha proposto una revisione e un accorpamento dei piani Transizione 4.0 e 5.0 per renderli più funzionali. Ma i veri conti si faranno dopo la pubblicazione dei dati sulle entrate fiscali e al termine delle consultazioni del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti con le forze politiche.

Intanto, la Lega ha ribadito le sue priorità: difesa del reddito delle famiglie, flat tax al 15%, rottamazione e un maggiore contributo da parte delle banche, accusate di realizzare profitti miliardari senza restituire abbastanza al sistema economico.
 
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