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Commento team di gestione Pharus: Tecnologia in raffreddamento, difensivi in recupero

 
Commento team di gestione Pharus: Tecnologia in raffreddamento, difensivi in recupero

I mercati azionari statunitensi continuano a mostrare un andamento insolitamente fiacco per una fase dell’anno tradizionalmente caratterizzata da un solido supporto stagionale.

 

Tale moderazione riflette una crescente incertezza sulla capacità del sistema finanziario globale di assorbire i volumi di investimenti necessari a sostenere l’accelerazione nell’infrastruttura dell’Intelligenza Artificiale.

 

La narrativa dominante oscilla quindi tra timori di sopravvalutazione nel comparto legato all’intelligenza artificiale e un contesto economico che continua a mostrare resilienza: crescita reale in miglioramento, produttività in accelerazione e investimenti in espansione. Elementi che, nel complesso, ricordano più l’avvio di una fase strutturale pro-crescita che i prodromi di un’inversione ciclica.

 

La correzione in corso rientra pienamente nei parametri storici di normalità, drawdown tra il 5% e il 10% si verificano ciclicamente e, in circa tre casi su quattro, non impediscono una chiusura d’anno positiva. Tuttavia, la rilevanza dell’attuale fase risiede nella natura della correzione, non nella sua intensità. La volatilità implicita sull’azionario, misurata dal VIX, evidenzia un aumento dell’avversione al rischio, mentre gli spread del credito high yield rimangono compressi e lontani da livelli che tipicamente anticipano stress sistemici.

Tale divergenza tra equity e credito rischia di essere sottovalutata: nelle grandi crisi degli ultimi decenni è stato quasi sempre il credito a deteriorarsi prima dell’azionario, mentre fasi in cui è l’equity a mostrare maggior nervosismo — come l’attuale — sono spesso state seguite da recuperi significativi su orizzonti di 6–12 mesi.

 

Gli indici di sentiment si collocano in un’area di profondo pessimismo, nel decile più depresso degli ultimi quarant’anni, e questo avviene in un contesto di mercati azionari sui massimi. Dal punto di vista macro, la divergenza tra la forza dei mercati finanziari e il malessere percepito dalle famiglie americane trova spiegazione nel consolidato pattern a “K”. Nel segmento superiore della K figurano corporate di grandi dimensioni, tecnologia, lusso e più in generale detentori di asset finanziari, che continuano a beneficiare della dinamica dell’AI, del miglioramento della produttività e di un costo del capitale che, pur più elevato rispetto al periodo 2020-2021, rimane sostenibile per i bilanci più solidi. Nel segmento inferiore si collocano invece famiglie a reddito medio-basso, piccole imprese e settori tradizionali: categorie penalizzate da un’inflazione ancora persistente nei beni e nei servizi essenziali, da costi abitativi elevati e da tassi reali che restano su livelli restrittivi. Tale polarizzazione alimenta tensioni politiche, incrementa la sensibilità alle scelte fiscali e tariffa

La questione centrale riguarda però il rischio di bolla nell’intelligenza artificiale. I segnali più evidenti includono valutazioni molto elevate su alcune large cap, un’espansione parabolica dei grafici di prezzo, un flusso crescente di capitali verso startup ancora prive di ricavi e un livello record di capex in data center e semiconduttori. Tuttavia, mancano elementi caratteristici delle fasi terminali di bolla: non si osserva un aumento marcato della leva finanziaria sistemica, gli spread creditizi non segnalano deterioramento del rischio e la volatilità strutturale rimane contenuta. Il ciclo attuale presenta dunque una doppia componente: da un lato euforia selettiva e repricing aggressivo degli asset più esposti alla narrativa AI; dall’altro investimenti infrastrutturali reali e miglioramento misurabile della produttività, elementi coerenti con un ciclo tecnologico ancora nella sua fase iniziale.

Un ulteriore aspetto che il mercato sta progressivamente incorporando riguarda la crescente concorrenza hardware. Il dominio di Nvidia nel segmento dei chip per AI, pur ancora solido, viene eroso dall’avanzata dei chip proprietari sviluppati dagli hyperscaler come Google, Meta, ed Amazon.

 

L’obiettivo è ridurre la dipendenza da fornitori esterni, ottimizzare le architetture hardware e, soprattutto, migliorare gli economics dei propri servizi cloud e AI. Nel medio periodo ciò potrebbe generare pressioni sui margini di alcuni leader esistenti e riequilibrare i poteri contrattuali all’interno della filiera. Per l’investitore ciò costituisce un richiamo alla prudenza: anche all’interno dei “vincitori strutturali” è essenziale valutare la sostenibilità dei multipli in presenza di una concorrenza crescente e non più puramente teorica.

 

Dal punto di vista operativo, emergono alcune linee guida. Primo, l’attuale configurazione di sentiment e posizionamento suggerisce che i presupposti per un rimbalzo tattico rimangono intatti. Qualora la dinamica della produttività continuasse a sorprendere al rialzo e il mercato del lavoro mantenesse un ritmo ordinato di raffreddamento, non sarebbe irrealistico ipotizzare la continuazione del ciclo rialzista. Secondo, l’esposizione all’AI richiede una gestione di portafoglio sofisticata: partecipare al trend è importante, ma evitare posizioni eccessivamente direzionali o prive di protezione lo è altrettanto. Terzo, la rotazione settoriale oggi in atto — con tecnologia e consumo discrezionale tra gli ipervenduti e healthcare ed energy in miglioramento di momentum — rappresenta un segnale tipico delle fasi correttive, in cui il mercato riequilibra le leadership dopo lunghi periodi di concentrazione.

 

In conclusione: l’attuale fase di mercato richiede disciplina, selettività e gestione rigorosa del rischio. Nei grandi cicli di innovazione la partecipazione è importante, ma la sopravvivenza lo è di più. A questo si aggiunge un elemento oggi particolarmente rilevante: la rotazione in atto e il cambio di leadership a favore dei settori difensivi, iniziati all’inizio di questo trimestre, possono rappresentare una fase di “correzione sana” per il mercato. La presenza di settori non-tech che tengono a galla gli indici consente infatti alla tecnologia di decelerare in modo ordinato, rientrando da valutazioni eccessive verso livelli più sostenibili e potenzialmente più attrattivi per il medio periodo. Contribuendo ad un mercato sempre più sano e guidato dai fondamentali.

 

Finché persiste un muro di preoccupazione da scalare, e la liquidità non mostra segnali di contrazione significativa, il ciclo rialzista mantiene fondamenta solide. L’obiettivo dell’investitore professionale rimane quello di partecipare con prudenza, evitando rischi asimmetrici ma senza rinunciare ai potenziali benefici di un ciclo di innovazione ancora lontano dalla maturità.

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