Economia

Bankitalia conferma le stime di crescita, ma i dazi Usa minacciano il Pil italiano fino al 2027

di Redazione
 
Bankitalia conferma le stime di crescita, ma i dazi Usa minacciano il Pil italiano fino al 2027
La Banca d’Italia ha confermato le previsioni sul Prodotto interno lordo dell’Italia, prospettando una crescita contenuta ma positiva nel triennio 2025-2027. Secondo l’ultimo aggiornamento, il Pil dovrebbe aumentare dello 0,6% nel 2025, dello 0,9% nel 2026 e dello 0,7% nel 2027, consolidando un trend moderatamente espansivo, ma ancora fragile.

Tuttavia, queste stime restano esposte a forti margini di incertezza, in particolare a causa delle tensioni commerciali globali, alimentate dalle recenti politiche tariffarie adottate dall’amministrazione statunitense guidata da Donald Trump. I cosiddetti “dazi reciproci” annunciati lo scorso aprile rappresentano una minaccia concreta per la stabilità degli scambi internazionali, e potrebbero influenzare significativamente anche le prospettive dell’economia italiana.

Bankitalia avverte: se i dazi verranno effettivamente riportati ai livelli massimi prospettati da Washington e l’incertezza geopolitica e commerciale dovesse perdurare, l’impatto sul Pil italiano potrebbe essere sensibile. Nel dettaglio, la crescita del 2025 potrebbe ridursi di due decimi di punto, mentre nei due anni successivi la contrazione potrebbe arrivare fino a mezzo punto percentuale annuo.

Nel complesso, l’Italia rischia di perdere fino a 1,2 punti percentuali di crescita nel triennio, rispetto allo scenario base. Un colpo pesante per un’economia che ancora fatica a consolidare la ripresa post-pandemia e a beneficiare pienamente dei fondi del PNRR.

La conferma delle stime da parte di Bankitalia arriva dopo il taglio deciso lo scorso aprile, quando la crescita attesa era stata già ridimensionata a fronte di un rallentamento della domanda globale e di un contesto internazionale meno favorevole. Le stime attuali riflettono una cauta fiducia nella tenuta dell’economia italiana, ma evidenziano anche la necessità di politiche industriali e fiscali mirate per contrastare i rischi esterni e sostenere gli investimenti.
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