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Azionario: l’Europa sorprende e il 2026 potrebbe stupire ancora di più
di Richard Flax, Chief Investment Officer di Moneyfarm

Finora, dall’inizio dell’anno, l’azionario europeo ha registrato risultati piuttosto solidi. Nel corso del primo semestre, gli Stati Uniti hanno mostrato una performance più debole rispetto a Regno Unito, Europa e Mercati Emergenti, risentendo dei timori legati al rallentamento della crescita e all’impatto di dazi più elevati. Tra Europa e Mercati Emergenti, invece, non si sono osservate differenze significative. Nella seconda metà dell’anno, però, il Vecchio Continente ha perso terreno rispetto agli States e ai Mercati Emergenti, anche se, con un rendimento superiore al 7% (in euro), il bilancio resta comunque positivo.
Va ricordato che un simile andamento ha avuto luogo in un contesto di marcato rallentamento delle aspettative sugli utili europei: mentre le previsioni di crescita di Stati Uniti e Mercati Emergenti sono rimaste solide, quelle relative all’Europa - Regno Unito escluso - si sono ridotte sensibilmente col passare dei mesi. Nel complesso, gli utili attesi per il 2025 appaiono destinati a mantenersi su livelli sovrapponibili al 2024 e la performance europea può essere considerata migliore del previsto.
Pur partendo da aspettative molto contenute, gli ultimi dati macroeconomici dell’Area Euro hanno sorpreso positivamente. Sul fronte degli utili, se, da un lato, l’Europa continua a mostrare un ritardo rispetto a Regno Unito e Usa, con gli analisti che tendono ancora a rivedere più spesso al ribasso le loro stime, dall’altro, il ritmo di queste revisioni sta migliorando - un trend che non passa inosservato. È forse prematuro attribuire troppo peso alle stime sugli utili per il 2026, ma al momento le previsioni indicano una crescita a doppia cifra sia per le società americane sia per quelle europee. Anche se queste aspettative potrebbero variare nel tempo, un simile scenario rappresenterebbe un segnale di ottimismo per l’azionario europeo.
Per quanto riguarda le valutazioni, il quadro resta eterogeneo. In Europa ex-UK, le valutazioni sono aumentate negli ultimi mesi, in parte perché i prezzi sono saliti mentre le stime sugli utili si sono indebolite. Nonostante questo recupero, il divario con le valutazioni dell’azionario statunitense rimane ampio. Nel complesso, il 2025 si sta rivelando un anno migliore di quanto le dinamiche degli utili avrebbero lasciato intendere, anche grazie al contributo dei titoli finanziari e del settore difesa. E i segnali oggi visibili fanno pensare che il 2026 potrebbe offrire prospettive ancora più favorevoli. In un contesto dominato dal dibattito sulle azioni legate all’AI negli Stati Uniti, è un utile promemoria del valore di un approccio realmente diversificato.