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Anteprima BCE – Perché una pausa a settembre è ancora “ben posizionata”

di Annalisa Piazza, Fixed Income Research Analyst di MFS IM
 
Anteprima BCE – Perché una pausa a settembre è ancora “ben posizionata”
Anteprima BCE – Perché una pausa a settembre è ancora “ben posizionata”

Riteniamo che la BCE non tenterà di modificare i valori di mercato nella riunione di questa settimana, mantenendo i tassi di riferimento al 2%, poiché il quadro macroeconomico appare meno stagnante di quanto previsto in precedenza (nonostante il debole PIL del secondo trimestre in alcune economie dell'UEM) e l'inflazione a medio termine dovrebbe stabilizzarsi al 2%. Tale mossa è già stata pienamente scontata dal mercato. Riteniamo che un altro taglio entro la fine dell'anno rappresenti un'eventualità non trascurabile, soprattutto se la crescita dovesse registrare un calo nel secondo semestre del 2025, a causa dell'aumento della pressione derivante dall'incertezza commerciale che potrebbe potenzialmente tradursi in un calo degli investimenti e in un modello di spesa più cauto.

A seguito della riunione di settembre, riteniamo che la dipendenza dai dati rimarrà il fattore chiave per le decisioni politiche, con la piccola differenza che i tassi di riferimento sono ora più “neutri” rispetto al passato, rendendo relativamente difficile un ulteriore taglio dei tassi.

Tuttavia, riteniamo che sussistano ancora alcuni segnali a favore di un ulteriore taglio a dicembre. Anche se la crescita del PIL potrebbe superare leggermente i livelli potenziali, il Consiglio direttivo della BCE potrebbe prendere in considerazione un altro taglio dei tassi se l'inflazione dovesse avvicinarsi al suo obiettivo, la crescita salariale stabilizzarsi e i rischi al ribasso persistere nel medio termine. Tuttavia, gli sviluppi recenti hanno in qualche modo ridotto la probabilità che questo scenario sia in linea con lo scenario di base della BCE, come indicato nelle sue proiezioni di giugno.

I mercati stanno attualmente scontando una bassa probabilità di un altro taglio nei prossimi nove mesi circa. Dato che la BCE dovrebbe iniziare ad aumentare i tassi verso la fine del 2026 o l'inizio del 2027, i prezzi nella parte breve della curva sembrano adeguati. L'attuale premio al rischio sul segmento a lungo termine della curva, più strettamente legato agli aggiustamenti di politica fiscale, alle riforme dei fondi pensione e agli effetti di ricaduta da altri mercati dei Paesi sviluppati, appare invece relativamente elevato. Sebbene un appiattimento rialzista della curva non sia il nostro scenario di base, dato che i rischi di recessione rimangono limitati (e non si prevede l'utilizzo di altri strumenti di politica monetaria nel breve termine), restiamo cauti nei confronti di alcuni posizionamenti estremi che potrebbero portare a una certa volatilità della curva EGB nei prossimi mesi.
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