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21Shares: Il crollo di venerdì è stato uno stress test che le cripto hanno superato

di Adrian Fritz, Head of Research di 21Shares
 
21Shares: Il crollo di venerdì è stato uno stress test che le cripto hanno superato
A seguito dell’improvviso crollo del mercato registrato lo scorso venerdì, si sta delineando una figura sempre più chiara di ciò che ha causato questa fortissima ondata di vendite. Con 19 miliardi di dollari di posizioni con leva finanziaria liquidate, prevalentemente lunghe, nel mezzo di uno shock geopolitico, il fine settimana ha fornito un contesto più approfondito sull'interazione tra tempistiche, vulnerabilità strutturali e segnali di de-escalation.

Fraintendimenti geopolitici aggravati dalle tempistiche

Il sell-off si è innescato lo scorso 11 ottobre nel momento in cui il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato sul social network Truth l’intenzione di imporre dazi del 100% su tutte le importazioni cinesi, come rappresaglia per le nuove restrizioni di Pechino sull’export di terre rare.

Il momento non avrebbe potuto essere peggiore. L'annuncio è arrivato in prossimità della chiusura del mercato azionario statunitense, con gli omologhi asiatici già chiusi e nessuna delle principali piattaforme di trading aperta. Con azioni, obbligazioni e altri asset indisponibili per il trading, le criptovalute sono diventate lo strumento per il riprezzamento del rischio. Il risultato è stato la tempesta perfetta: le liquidazioni automatizzate hanno innescato un effetto domino, con la volatilità che ha raggiunto livelli mai visti dal crollo di FTX nel 2022, come dimostrato da quella del Bitcoin, che ha raggiunto i massimi pluriennali.

Tuttavia, i chiarimenti da entrambe le parti lasciano intendere una de-escalation. La Cina ha rilasciato una dichiarazione in cui sottolinea che i controlli imposti sul commercio di questi asset non costituiscono un divieto totale alle esportazioni e ha espresso la volontà di dialogare per mantenere la stabilità della catena di approvvigionamento globale. Trump ha poi pubblicato un post rassicurante, alimentando le speranze di un imminente accordo commerciale, mentre le probabilità che i dazi siano effettivamente imposti sono basse.

Vulnerabilità degli exchange: le ricadute di Binance e i rischi sistemici esposti

Quanto accaduto ha però rivelato problemi radicati nell'infrastruttura di trading centralizzata. La scintilla che ha acceso la miccia sono state le ingenti liquidazioni per 2,41 miliardi di dollari registrate su Binance, con asset come USDe, wBETH e BnSOL, generalmente usati come garanzia per futures e swap perpetui, che durante il crollo hanno subito un forte depegging rispetto alle valute di riferimento. A differenza di altri asset con solidi meccanismi di determinazione del valore, questi si basavano sui prezzi spot del book degli ordini di Binance; pertanto, con il crollo di questi e delle altcoin, anche il valore delle garanzie si è eroso. Questa sorta di “difetto di progettazione” ha poi amplificato a cascata anche le conseguenze: i market maker e i grandi trader che utilizzavano questi asset sono stati costretti a liquidare, svendendo le garanzie e peggiorando il depegging. Ciò sottolinea un tema ricorrente: mentre le blockchain si sono dimostrate resilienti, eseguendo liquidazioni senza crediti inesigibili o guasti sistemici, i player centralizzati rimangono fragili quando si trovano sotto stress.

Stabilizzazione e segnali di ripresa

Dopo questa cascata di liquidazioni, il mercato delle criptovalute sta mostrando i primi segnali di stabilizzazione. Nel fine settimana, circa 500 miliardi di dollari sono stati aggiunti alla capitalizzazione di mercato totale, i tassi di finanziamento si sono normalizzati rapidamente e l'attività di arbitraggio è ripresa, segno che l'infrastruttura è rimasta sostanzialmente intatta.

Sebbene l'entità delle liquidazioni, pari a 19 miliardi di dollari, abbia surclassato eventi passati come la pandemia di Covid-19 (1,2 miliardi di dollari) e il crollo di FTX (1,6 miliardi di dollari), le ripercussioni sui prezzi sono state notevolmente più contenute. Questa resilienza indica un mercato più maturo, con una maggiore liquidità e un capitale sempre più solido. Alcuni potrebbero interpretare il sell-off come un picco del ciclo, ma la storia di Bitcoin suggerisce il contrario. Nei precedenti mercati rialzisti, correzioni del 40-50% in BTC erano comuni, spesso seguite da un consolidamento e da una piena ripresa nel giro di pochi mesi. Al contrario, il drawdown massimo di BTC in questo ciclo rimane inferiore al 30%, un cambiamento strutturale probabilmente legato all’adozione istituzionale e al suo essere sempre più un’allocazione strategica.

Con oltre 25 miliardi di dollari di afflussi in ETP quest'anno, e con gli emittenti sovrani e le aziende che acquistano Bitcoin a un tasso sei volte superiore a quello delle nuove immissioni, la struttura del mercato sta vivendo un'evoluzione. L'andamento dei prezzi sta diventando più ponderato e, sebbene la volatilità permanga, si sta comprimendo e orientando in modo più favorevole, caratterizzata da un momentum rialzista sostenuto e da meno correzioni disordinate.

Aspetti macroeconomici favorevoli

Il recente breakout dell'oro sopra i 4.000 dollari l'oncia segnala crescenti preoccupazioni per la svalutazione delle valute fiat e per le traiettorie insostenibili del debito pubblico di molti mercati sviluppati, temi che rafforzano l'appeal di Bitcoin come riserva di valore nei portafogli istituzionali.

Nel frattempo, il miglioramento del sentiment sta iniziando a riflettersi sugli asset rischiosi. I futures azionari statunitensi hanno aperto la settimana in rialzo dell'1,1%, con i mercati che stanno ora scontando una probabilità del 95% di un taglio dei tassi alla prossima riunione del Fomc.

Considerazioni finali: uno stress test superato con lezioni imparate

Il crollo di venerdì è stato un evento di deleveraging estremo: in parte macro, in parte strutturale, ma in definitiva è servito da stress test. Il sistema ha tenuto, le blockchain sono rimaste operative, la grande base di investitori non ha ceduto al panico e il mercato è sulla strada della ripresa. A nostro avviso, questa non è stata la fine del ciclo, ma una ricalibrazione. Una ricalibrazione che ha dissipato la speculazione, messo alla prova l'infrastruttura e ricordato le continue difficoltà di crescita delle criptovalute. Il tutto è poi avvenuto senza creare panico eccessivo e con una rinnovata pressione all'acquisto. Questa correzione potrebbe rivelarsi il carburante per la prossima fase di rialzo.
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